S.BONIFACIO (VR) – ABBAZIA DI S.PIETRO DI VILLANOVA / Anticamente questi territori erano ricoperti da fitti boschi, nei quali viveva una tribù celtica che, intimorita dalle vicine colonie romane nominò all’unanimità un guardiano chiamato Gruarius, che doveva vigilare su eventuali pericoli.

LA CHIESA COSTRUITA SU UNA QUERCIA CELTICA



ARTICOLO E FOTOGRAFIE / Isabella Dalla Vecchia e Sergio Succu

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Simboli: UOMO (sandali del pellegrino)
Luoghi: ALBERI Uccelli / gru

articolo e fotografie di Isabella Dalla Vecchia – info@luoghimisteriosi.it
fotografia del “sandalo del pellegrino” – Lara Sangermano

I capitoli di questa scheda sono:
La Chiesa Costruita su una quercia celtica
L’enigma di Pietro e della Maddalena

La Chiesa Costruita su una quercia celtica

Il sito dove oggi si trova l’abbazia di S.Pietro di Villanova era un antico luogo celtico, con svettante al centro una quercia, simbolo sacro per i druidi e particolarmente venerata dai popoli pagani. Il nome celtico della quercia è Duir che significa “porta”, “entrata”. I primi padri della Chiesa per “distruggere” le antiche credenze eretiche, decisero di costruire proprio in questo luogo l’abbazia di S.Pietro Villanova.

Il campanile così prominente non è infatti casuale, è stato costruito al posto della quercia, ma pare che addirittura sia stato costruito di tal fatta per “sostituirla” almeno visibilmente. E’ un campanile infatti, raro per l’aspetto, così tozzo e possente, solitamente erano decisamente più slanciati.

Questo è l’ennesimo esempio dell’operato della Chiesa cristiana delle origini che voleva sostituire il paganesimo e gli antichi dei, non potendo abbatterlo radicalmente (soprattutto perché era impossibile eliminare del tutto le credenze popolari) affinché i popolani si abituassero a questa nuova presenza, senza del tutto cancellare ciò che avevano ascoltato dai padri e dai padri dei nonni.

Ma ad oggi possiamo dire con sicurezza che il cristianesimo ha invece “conservato” gli antichi culti, trattenendo le simbologie più antiche e facendole proprie e, seppur trasformate, le possiamo ritrovare molto chiaramente.

Le culture antiche non sono mai scomparse. Ci sono troppe similitudini tra le antiche credenze del passato e quelle che emergono da quelle odierne.

La facciata e il campanile dell’abbazia presentano stile romanico. L’edificio è stato costruito nell’ottavo secolo d.C., ma ristrutturato ad opera dell’abate Uberto di S.Bonifacio nel XII secolo e in seguito rimaneggiato anche dai frati benedettini olivetani.

L’interno è stato ristrutturato in epoca più moderna. Le foto risalgono all’aprile del 2005.

L’enigma di Pietro e della Maddalena

Interessante la presenza di questi due quadri uno contrapposto all’altro. La donna con calice, la Maddalena, si trova sulla parete destra, davanti a lei sulla parete sinistra campeggia a S.Pietro con il coltello in mano, minaccioso mentre sembra difendere un grosso libro, la Bibbia. Le due figure sono opposte e sembrano quasi osservarsi. Il coltello di Pietro (spesso è raffigurato con questo oggetto in mano), ricorda l’episodio in cui avrebbe reciso l’orecchio ad una guardia romana. Questa figura ci riporta inevitabilmente al Pietro dell’Ultima Cena di Leonardo da Vinci, ormai a tutti molto noto che anzichè Giuda, sembrerebbe minacciare Giovanni accanto a Gesù, che in questo e in altri casi di cui abbiamo parlato su questo portale, sarebbe una donna, la Maddalena.

Mentre Pietro difende con il coltello la Bibbia sotto il braccio, la Maddalena indica il calice come a dire “è questa la verità”. La Chiesa, la metafora della Sposa di Cristo sulla Terra, difenderebbe la Parola scritta mentre la Maddalena, la Reale Sposa di Gesù indicherebbe il Vero Graal?

Questa è la parete destra, entrando in chiesa, mostra affreschi molto belli della scuola giottesca che rappresentano la vita di S.Benedetto.

Cripta e di seguito affreschi presenti nella cripta

Un Cristo pantocratore incorniciato dal tipico arcobaleno circolare o a mandorla così spesso usato in epoca romanica. Può capitare, anche se è molto raro, di vedere nel cielo un “arcobaleno circolare” è un effetto che il sole crea interagendo con l’aria e trasformando alcune particelle in piccole lenti che rifraggono la luce bianca nei sette colori. Ciò avviene però in un cerchio attorno al sole, con particolare intensità in quattro punti che vengono anche chiamati “I cani da guardia del sole”. E’ facile pensare a questo proposito anche alle sfingi, spesso rappresentate ai lati del Faraone, per appunto, difenderlo e fargli la guardia. Chissà che questo fenomeno non fu visto nell’antichità come manifestazione di Gesù, il nostro Sole in cielo, così da rappresentarlo anche per chi non ebbe mai la fortuna di osservare il fenomeno divino con i propri occhi. Gesù visto come il Sole riallaccia nuovamente la tradizione cristiana a quella pagana/egizia, dove il Faraone era il Sole.

Ed è così che torniamo ancora una volta a questa chiesa, che come tante altre mantiene un percorso di una sacralità molto antica.

Il tempio della quercia, il tempio della Terra.

All’interno della chiesa è presente un “sandalo del pellegrino”, una sorta di “firma” che veniva lasciata da chi si recava in pellegrinaggio.


fotografia del “sandalo del pellegrino” – Lara Sangermano

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