SUMMAGA (VE) – ABBAZIA DI S.MARIA / Alla base della navata vi sono rappresentati cavalieri che lottano tra di loro e contro draghi malvagi e nell’abside troviamo la Madonna con le vergini stolte e sagge, non a caso qui vi era un’antica magione templare…
I TEMPLARI E LA POVERA GENTE
ARTICOLO E FOTOGRAFIE / Isabella Dalla Vecchia e Sergio Succu
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Alle porte di Portogruaro sorge l’abbazia di Summaga, che si erge isolata nei pressi di estesi campi verdi, quasi anonima senza che possa ispirare alcunché di trascorso storico o simbolico. Ma così non è perché questo edificio nasconde in sé qualcosa di unico e incredibile.
L’abbazia è dell’XI secolo voluta dai monaci benedettini, ma la facciata è più tarda, neoclassica e l’antico monastero è purtroppo ad oggi scomparso. E’ l’interno a meritare grande importanza principalmente per gli affreschi romanici, che sono della prima metà del 1200.
Gli affreschi
La derivazione è bizantina ma con influenza della pittura veneziana, che tutto toccava attorno alla sua città.
La Madonna con le vergini stolte e sagge
L’abside riporta all’apice la Madonna con bambino nella mandorla sostenuta da 4 angeli con ai lati i quattro evangelisti e due santi. Nella parte inferiore abbiamo Cristo con gli Apostoli, le vergini stolte e quelle sagge (la rappresentazione è particolarmente femminile).
Non è un caso che in una chiesa di antica appartenenza all’ordine templare vi è rappresentata come figura principale la Madonna, da loro sempre particolarmente amata.
Il sacello
Nel sacello vi sono Adamo ed Eva rappresentati nel peccato e nel castigo; la Crocifissione e il Giudizio Universale.
I templari e la povera gente
Ma il vero tesoro della chiesa è contenuto nell’abside alla fine della navata di destra. Alla base vi sono rappresentati personaggi molto interessanti quali cavalieri che lottano tra di loro e contro draghi malvagi. Sono solo accennati perché vi è solo il disegno senza colori o rifiniture, ma la loro presenza afferma ulteriormente l’appartenenza della parrocchia ai templari, dato che anticamente vi era un’antica magione. Inoltre l’unicità di questo luogo è sottolineata dalla rappresentazione di uomini occupati in lavori quotidiani, come fabbri, falegnami, cavalieri e operai, figure rare, impossibili da trovare in un ambente sacro. Infatti non è facile trovare in chiesa dipinta la “povera gente” da sola, senza che fosse aiutata o miracolata da qualche santo, è strano dunque trovare l’operaio, senza ragione narrativa e per di più accanto all’altare.
I cavalieri potevano anche rientrare laddove si parlava di templari (e probabilmente essi lo sono) ma il combattimento contro draghi e animali fantastici era prerogativa di San Giorgio o di San Michele.
In questo caso la scena rappresentata che nulla ha di epico ma che trasmette addirittura bonarietà e simpatia sembra essere effettivamente fuori luogo, senza spiegazione. Il vero segreto di queste immagini resterà immerso nel silenzio di queste mura che così isolate, certo non parleranno!
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