Garda (VR) / A sud vi è il colle della Rocca dove un tempo sorgeva il castello. Il luogo è stato trovato abitato fin dal neolitico e sopra la stessa San Vigilio sono state ritrovate incisioni rupestri

LA TRISTE RELAZIONE CON GABRIELE D’ANNUNZIO E IL LUOGO DOVE NACQUE LA NOVELLA DI ROMEO E GIULIETTA



ARTICOLO E FOTOGRAFIE / Isabella Dalla Vecchia e Sergio Succu

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Provincia di Verona

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Garda si trova in un bellissimo golfo del lago omonimo che termina a Punta San Vigilio.
A sud vi è il colle della Rocca dove un tempo sorgeva il castello. Il luogo è stato trovato abitato fin dal neolitico e sopra la stessa San Vigilio sono state ritrovate incisioni rupestri. Fu poi abitato in epoca romana come attesta il monumento funebre davanti alla chiesa parrocchiale. Il primo documento che parla della città proviene da un monaco chiamato “Anonimo Ravennate” che nel 670 d.C. scrisse una sorta di “Guida Stradale” in cui menzionava Sirmione e Garda. Il nome deriva dalla parola germanica e dunque longobarda Werta, ossia rocca, fortezza, guardia, vedetta.


La Rocca di Garda

La rocca infatti godeva un tempo di grande fama di inespugnabilità, ma purtroppo oggi risulta scomparsa. Forse lo stesso lago che nacque con il nome di Benacus in ricordo della città di Benaco che in seguito ad un terremoto finì sommersa, divenne lago “di Garda” in ricordo della fortezza che per tanti anni lo ha difeso. Garda dopotutto vuol dire anche “Guarda”. Il nome Garda deriva anche dalla ninfa Engardina.


Punta San Vigilio

Fu un baluardo che per secoli partecipò a contese di ogni tipo che coinvolsero scaligeri, visconti e veneziani. Date le pesanti tasse che gravavano sugli abitanti richieste dal comune, da Verona e da Venezia e dalla stessa chiesa, si riscontrò una intensa attività di contrabbando con i vicini tedeschi.
Anche Garda fu decimata dalla terribile peste del 1630 che colpì senza distinzione proprio tutti, ricchi e poveri, giovani e vecchi.


la Rocca

Garda mantiene ancora tre elementi architettonici medievali: le due porte di accesso, la torre dell’orologio e il palazzo Fregoso. Resta ancora qualcosa della cinta muraria.


La Torre dell’orologio


Palazzo Carlotti


Palazzo Carlotti


Villa Canossa: la triste relazione con Gabriele D’Annunzio

Una curiosità….. a Villa Canossa si dice che Alessandra Parlotti di Rudinì, vedova, ebbe una relazione con Gabriele D’Annunzio, ma che fu molto sfortunata.

Alessandra di Rudinì – Nacque a Napoli il 5 ottobre 1876. Sua madre iniziò a formarla nel cristianesimo ma morì improvvisamente e Alessandria piena di dolore, si tuffò in una vita mondana dove emerse un carattere ribelle e indipendente. Al collegio, per esempio, versò dell’inchiostro nell’acqua santa cosicché collegiali e madri superiori ebbero durante le preghiere della sera mani e fonti completamente nere! Ne combinò molte altre fino a che venne definitivamente cacciata dal collegio.
A quindici anni splendida in tutta la sua bellezza, era altissima, con un viso molto bello arricchito da capelli biondi e occhi di un azzurro intenso. Inoltre era colta ed intelligente e per questo dominava in fascino e conversazione in ogni salotto. Il padre la sognava sposa di qualche sovrano ma lei non ne volle sapere e riuscì a sposare colui di chi era davvero innamorata, il marchese Marcello Parlotti di Verona che non le fece mancare mai nulla. Da lui ebbe due figli che li crebbe nella bellissima villa sul lago di Garda. Purtroppo nel 1900, quando Alessandra aveva solo ventiquattro anni, Marcello morì di tubercolosi. Lei ne soffrì molto a tal punto che a nulla valsero i viaggi che le fece fare il padre per distrarla tranne in Marocco dove incontrando un mago venne colpita da una premonizione alquanto singolare… “Tu avrai tutto” le disse “ma proprio tutto, ricchezza, bellezza e devozione, sofferenza, povertà e tristezza… già avrai proprio tutto ! Per poter spendere della luce della felicità dovrai prima avere proprio tutto”. Lei rimase sgomenta e non dimenticò mai quelle parole. Nel 1903 partecipò al matrimonio del fratello e lì conobbe il poeta Gabriele D’Annunzio il quale nonostante era fidanzato con Eleonora Duse, la lasciò perché si innamorò perdutamente della bella e colta Alessandra e si fidanzarono. Nel 1906 però si ammalò gravemente e fu operata addirittura tre volte. Proprio in questi terribili momenti fu abbandonata sia dal padre che da D’Annunzio che vigliaccamente la lasciò per andare con un’altra donna Amaranta. Provò così la vera sofferenza e si rinchiuse in Villa Parlotti a Verona dove l’unico amico che aveva era un prete, l’abate Gorel, cappellano della villa. Cercò di starle molto vicino, mostrandole Gesù e i Vangeli e consigliandole un pellegrinaggio a Lourdes. Alessandra ci andò da sola in automobile! A Lourdes ebbe esperienze al limite del mistico, vide una donna cieca riconquistare la vista, vide tanta sofferenza ma tanta speranza riflessa negli occhi della Madonna, dove scorse la luce, la verità. Tornata alla villa di Verona decise di prendere Gesù come compagno assoluto ed eterno, passò tutti i giorni nel silenzio e nella preghiera. Nel 1911 a trentacinque anni divenne Suor Maria di Gesù.


Palazzo Fregoso: il luogo dove nacque la novella di Romeo e Giulietta

Una curiosità coinvolge Palazzo Fregoso, qui probabilmente è nata la novella di Romeo e Giulietta, che si sa, non sono realmente esistiti ma le famiglie invece sì, come testimoniano case e castelli tutt’ora esistenti.

La frase che è scritta sul timpano è: “La virtù fa sempre vivo”.


Parrocchiale di Santa Maria Maggiore

Nacque nel X secolo ma fu ricostruita nel XVIII secolo.

San Bernardo

E’ una piccola chiesetta ai piedi della Rocca, fu costruita nel luogo in cui San Bernardo di Chiaravalle incontrò i fedeli del luogo.

Il sito dei luoghi misteriosi
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