SPOLETO (PG) – CHIESA DI S. PIETRO / Tutto intorno alla cattedrale le pareti recano motivi ad archetti su semicolonne e colonnine pensili terminanti in peducci con piccole sculture, tutte diverse tra loro in stile protoromanico attingendo all’immaginario dei mostri e droleries

LA MORTE DEL GIUSTO E LA MORTE DELL’EMPIO


articolo di Isabella Dalla Vecchia – info@luoghimisteriosi.it
fotografie Mauro PiergigliAssociazione Culturale Italia Medievale

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CATEGORIE

Provincia di Perugia

Questo luogo appartiene al gruppo:
ANGELI/DIAVOLI
ANIMALI (ariete, cervo, corvo, leone, lupo, pavone, serpente, volpe)
ANIMALI MITOLOGICI (drago)
BENE/MALE
CURIOSITA’
SIMILITUDINI CON GLI EGIZI
SIMBOLO: ALBERO DELLA VITA
FIORE DELLA VITA
PSICOSTASI

I capitoli di questa scheda sono:
La Morte del Giusto e la Morte del peccatore impenitente
L’insegnamento degli animali

La chiesa di San Pietro fu fondata nel V secolo dal Vescovo di Spoleto Achilleo a memoria del trasporto delle reliquie di San Pietro verso Roma. Di questo avvenimento se ne faceva parola in alcune targhe che erano conservate nell’edificio, oggi purtroppo perdute. La chiesa sorge su un’altura a sud della città, venne in parte distrutta in seguito ad una guerra che coinvolgeva i paesi limitrofi, ma fortunatamente fu restaurata nel 1329.

La facciata, mai rimaneggiata, rimane oggi uno degli esempi più belli e integri del romanico umbro. E’ ricca di bassorilievi distribuiti a fasce parallele che risalgono al XII e XIII secolo ed il tema è nel complesso il perdono misericordioso rivolto a colui che si pente e la punizione invece a chi superbamente non riconosce la potenza di Dio.

La Morte del Giusto e la Morte del peccatore impenitente

Balza subito all’occhio, perchè abbastanza rara, l’immagine della psicostasi o pesatura delle anime, che qui apparirebbe addirittura in due scene sovrapposte.


La Morte del Giusto

Nella prima scena, denominata “Morte del Giusto”, si vede un uomo disteso nel letto con San Pietro e San Michele al suo capezzale. Emerge al centro la bilancia, con il diavolo che tenta vigliaccamente di farla pendere dalla sua parte. Ma San Pietro se ne accorge e… gli tira le chiavi in testa! Il diavolo tiene in mano un cartiglio con scritto: “DOLEO QUIA ANTE ERAT MEUS” in questo caso l’uomo è stato salvato perché giusto e meritevole del perdono divino.

La scena sottostante rappresenta invece la “Morte del peccatore impenitente”. In questa immagine vi è sempre un uomo sul letto, ma San Michele si allontana lasciando lo sventurato in preda ai diavoli che lo sovrastano e lo gettano in una pentola che ne divora l’anima.


la Morte del peccatore impenitente

La bilancia questa volta pende in modo evidente dalla parte dei diavoli.

Entrambi i bassorilievi sono stati realizzati con notevole precisione dei particolari. Volti e panneggi emergono dal fondo rendendo la scena viva e particolarmente movimentata.

L’insegnamento degli animali

Nelle successive tre scene viene riproposto lo stesso tema coinvolgendo questa volta gli animali. Protagonista è il leone, dove inizialmente gli vengono imprigionate le zampe da un boscaiolo con un ceppo di legno, liberatosi, risparmierà l’uomo supplichevole (seconda scena) perché sa chiedere perdono, ma sbranerà il soldato superbo che non ammette la potenza di Dio.


il perdono del boscaiolo penitente


la fine del soldato superbo

Sulla parte destra della facciata la prima scena raffigura il lavaggio dei piedi di Gesù a San Pietro e a Sant’Andrea, oltre che il cammino sulle acque.

Nelle restanti fasce sono ancora gli animali a far da protagonisti con varie leggende moralistiche. La prima riguarda la volpe che si finge morta ma che viene beccata da due corvi, in realtà essa si rivelerà viva catturandoli, metafora dell’inganno del demonio che ci assale da ciò che crediamo innocuo.

La seconda illustra un lupo presuntuoso che si fa sfuggire l’ariete; egli dopo aver avvicinato l’animale lo avrebbe adulato facendogli leggere un libro. Il lupo dimostrando così la sua intelligenza, si fa ingannare dall’ariete, che si rivelerà più intelligente di lui perché approfitterà della concentrazione nella lettura del predatore, per fuggire!

In un’altra immagine il leone sconfigge il drago, metafora della vittoria del bene sul male.

Attorno al portale vi è un’esplosione decorativa con colonnine, motivi geometrici e rosette alternati da innumerevoli simboli. Vi è il lavoro della terra rappresentato dall’uomo che spinge i buoi, i cervi che divorano un serpente, simbolo della sconfitta del male, due pavoni immagine dell’immortalità e l’Albero della Vita che nasce dalla Croce che circonda il portale, metafora nel complesso dell’entrata nel Paradiso.

E’ bello trovare uno stesso insegnamento trasmesso in modi diversi, come se fosse stato scritto in più lingue. C’era infatti chi comprendeva meglio l’immagine della psicostasi e chi invece veniva colpito dalle gesta del leone. Il tutto a dimostrazione che occorre chiedere il perdono, ottenendolo se richiesto con grande umiltà. Un tempo ci si fermava spesso prima di entrare in chiesa a leggere la “prefazione” alla santa messa. Si ascoltava la voce del marmo, si imparava prima ancora di ascolare gli ammonimenti del prete, certo in questo modo si veniva colpiti di più, perchè verba volant, ma la parola scritta sul marmo …è per sempre.

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