GLI SCACCHI

ARTICOLO / Isabella Dalla Vecchia
__________________________
Articolo di: Isabella Dalla Vecchia
E’ un gioco molto antico che nasce in terre di oriente e si evolve e si diffonde in Europa durante l’Alto Medioevo. Gli scacchi sono stati da sempre considerati molto di più che un semplice gioco, in quanto costituivano un vero e proprio campo di addestramento nella crescita scolastica di nobili e sovrani, diventando materia di studio obbligatoria. Un perfetto aristocratico infatti, nella “lista delle cose che l’etichetta richiedeva” tra cui il saper cavalcare, cacciare, leggere e scrivere, figurava anche il saper giocare a scacchi. Vincere una partita donava ancora più prestigio di battere fisicamente a duello l’avversario con la spada, perché la sconfitta risultava completa: fisica, mentale e spirituale. Non si perdeva un duello, ma un’autentica guerra.
Il periodo in cui risalgono documenti che provano l’esistenza degli scacchi nel nostro mondo occidentale è il decimo secolo. Non si conosce il nome dell’inventore di questo gioco perché le supposizioni sono molte. C’è chi dice sia stato inventato dai Greci addirittura come campo di studio strategico per conquistare la città di Troia. Altri affermano che sia stato inventato dai principi arabi nell’ottavo secolo. Questa supposizione è la più corretta per via dell’etimologia del nome arabo “SHACH”, nome con cui gli sceicchi vengono ancora chiamati in alcuni paesi dell’est europeo come la Romania.
Il gioco di scacchi più antico sono gli scacchi di “VENAFRO”, nome dato dal luogo di ritrovamento.
Sono in osso e avorio e con una fattura molto grezza che non identifica le pedine.
Invece il set che certamente appartiene al gioco degli scacchi più antico è quello di “Carlo Magno” purtroppo rimasto a sedici pedine di trentadue, ma rappresentano comunque sculture meravigliose, vere opere d’arte. Inoltre sono molto grandi, raggiungono a volte anche quindici centimetri e sono in materiale nobile, l’avorio che all’epoca era più prezioso dell’oro. Le pedine rappresentano non a caso personaggi orientali avvalorando la derivazione. Vi sono infatti guerrieri a piedi ma anche sui carri e soprattutto sugli elefanti.
Sappiamo che accanto al re vi è la regina, ma anticamente non vi erano donne in questo gioco ma solo uomini e il re era affiancato dal visir. Non è un caso che il personaggio più scaltro, il consigliere del re, il mago se vogliamo, in grado di muoversi in ogni direzione e di resuscitare, ritronando in gioco, sia un mago diventato nel tempo una “regina”.
Anche questo reca in sé una metafora da prendere in considerazione, la figura ultraterrena del femminismo sacro che sulla scacchiera sa muoversi in ogni direzione perché polivalente.
I guerrieri a piedi diventano i pedoni, quelli a cavallo diventano semplicemente i cavalli. Interessante invece è la figura dell’alfiere che deriva dall’arabo al-fir elefante, animale con cui aveva a che fare. Invece la torre proviene dal carro e dall’arabo “rukh”, carro a rocca torre.
Le pedine degli scacchi sono note come un vero e proprio esercito che si è trasformato negli strani simboli che abbiamo oggi, ma era noto come gruppo di guerrieri.
Riassumendo le varie pedine:
re – re
visir – regina
uomo a cavallo – cavallo
guerriero sull’elefante – alfiere
guerriero sul carro – torre
guerriero a piedi – pedone
Ecco che il gioco degli scacchi visto da questo punto di vista acquista una valenza ancora più forte nel mondo del gioco di strategia, perché ogni pedina che si ha in mano è un attento guerriero pronto a combattere sul campo di guerra. Non dobbiamo vedere le pedine come una statica torre, un alfiere un po’ pazzo, o un cavallo selvaggio che si muove in modo bizzarro. Ognuno è un componente fondamentale di un esercito molto forte che sa lottare a suo modo in totale sintonia con il nemico.
Dopotutto sfido se qualcuno al mondo non si sia posto la domanda “ma perché la torre si muove così velocemente”?
















