NOSATE (MI) – S. MARIA IN BINDA / Appena sotto i 7 affreschi è rappresentata una rara pittura di DANZA MACABRA, del ballo della morte con alcuni uomini dell’allora società, persone potenti, anche ecclesiastici, a riprova che la Morte non risparmia nessuno, neppure colui che ai nostri occhi ci può apparire “immortale”.
LA DANZA MACABRA E LE SETTE MADONNE

ARTICOLO E FOTOGRAFIE / Isabella Dalla Vecchia
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CATEGORIE
Provincia di Milano
ALDILA’
BENE/MALE
FIGURE RARE
NUMEROLOGIA
ENIGMI SULLA CHIESA
PERCORSI INIZIATICI

I capitoli di questa scheda sono:
• Una chiesetta isolata
• Le sette Madonne con Bambino
• La Danza Macabra
• La parete destra
Una chiesetta isolata

Questa antica chiesetta di origine longobarda sorge isolata sulla “BINDA” termine antico che significa “striscia di terra”. Non si conosce il motivo preciso di questo appellativo, forse un tempo la zona era ricoperta d’acqua, ad oggi solo un piccolo canale vi passa accanto.
E’ stata costruita nell’VIII secolo presumibilmente come parrocchia di un cimitero o di un luogo sacro, dato che qui sono state ritrovate diverse tombe longobarde arricchite di alcuni oggetti conservati al Museo del Castello di Milano.
L’esterno è in mattoni a vista e la sua struttura non è quella originaria avendo subito diversi rimaneggiamenti. Sulla facciata, oltre alla porta, compaiono anche due piccole aperture, un tempo uniche finestre per il passaggio della luce e il ricambio d’aria.
Le sette Madonne con bambino

Ma è l’interno che merita la nostra attenzione, perché nasconde una sorta di enigmatica pittura realizzata nel 1512 da GIOVANNI MARIA LEONI DELLA CASTELLANA (uniche sue opere). Come prima anomalia abbiamo sulla parete di sinistra, la Madonna con Bambino ripetuta ben sette volte. Gli affreschi sono leggermente differenti ma il tema è sempre lo stesso, come uguale è la posizione dei personaggi, ripetuto in sequenza, uno dopo l’altro per ben sette volte. Insolito, enigmatico, raro e senza una particolare spiegazione a parte quella numerologica.
Inoltre hanno anche la stessa dimensione, variabile solo di qualche centimetro.
Come un gioco enigmatico cerchiamo dunque di estrapolarne le differenze.
A partire da sinistra:
- Maria e Gesù in iconografia classica
- Maria ha in mano un uccellino, simbolo dell’anima (similitudine con la religione egizia e il relativo Ka, l’anima che vola come un uccello)
- Gesù ha in mano una mela simbolo del peccato originale, attraverso la quale Egli vuole riunire ciò che essa ha diviso.
- Maria tiene un libro, simbolo della conoscenza, quella vera che si ottiene accettando la mela donata da Gesù e non dal serpente.
- Maria porge il seno al Figlio.
- Maria porge il seno al Figlio.
- Maria porge il seno al Figlio.
Di seguito le sette immagini della Madonna con Bambino a partire da sinistra verso l’altare.
Vorremmo cercare di interpretare la sequenza in questo modo: l’anima sale al cielo da Maria Vergine, incontra Gesù e ottiene la vera conoscenza dalla sua mela. In questo modo ci si nutre per tre volte con il latte della Madonna e si ottiene l’illuminazione assoluta.
La seconda e la terza Maria sono rovinate da un’epigrafe con l’immagine di una nave considerata un ex voto di qualcuno miracolato durante una tempesta. Nella pala d’altare compare questa volta la Natività di Maria (nove nascite di Gesù e una di Maria… di mamma ce ne è una sola!).
La danza macabra

Appena sotto i 7 affreschi è rappresentata una rara pittura di DANZA MACABRA, del ballo della morte con alcuni uomini dell’allora società, persone potenti, anche ecclesiastici, a riprova che la Morte non risparmia nessuno, neppure colui che ai nostri occhi ci può apparire “immortale”.
Di seguito la sequenza a partire da sinistra verso l’altare di tutta la Danza Macabra.
Papi, preti, cardinali, uomini di chiesa che non perché sono chi sono possono sottrarsi alla Nera Signora. Li vediamo danzare con scheletri mostruosi, una tetra visione che lascia senza fiato. Il Trionfo della Morte anche sulla Chiesa; Ella, beffarda, accoglie i suoi prevosti in una ironica danza verso l’aldilà.
Riassumendo, nella fascia superiore abbiamo un percorso iniziatico e in quella inferiore una movimentata dipartita da questo mondo. L’una illuminante, verso la consapevolezza dell’aldilà. L’altra spaventosa e inquietante verso l’ignoto. Forse un monito a seguire il percorso segnato da Gesù, quello autentico, affinchè ci si diriga da soli verso l’oltretomba, mentre se si rimane legati a questo mondo materiale, anche se si è uomini di Chiesa, occorre danzare con la Morte ed essere strappati dal proprio corpo.
La parete destra

Nella parete destra vi sono altre Madonne in Trono, di cui una rovinata dall’apertura di una finestra e l’altra con San Giuseppe con il Bambin Gesù in braccio e i Magi che rendono omaggio.
In tutto le Madonne in trono sono nove con l’aggiunta di un’Addolorata, Maria con in braccio il Figlio morto nel contesto della città di Gerusalemme. Vi è accanto anche l’immagine di un santo con in braccio un paniere identificato con San Siro il cui culto era molto sentito in Lombardia avendo evangelizzato prevalentemente nel pavese. Nella fascia sottostante in parallelo al Trionfo della Morte vi è un corteo di fedeli in pellegrinaggio.
Santa Maria in Binda è una chiesetta modesta, in un campo agreste, davanti alla quale vengono sempre parcheggiate delle biciclette di turisti domenicali che si fermano per una piccola pausa di ristoro. Non ha pretese, piccola nelle dimensioni e con la facciata rovinata. Eppure per secoli ha conservato queste rare immagini, che sanno ben comunicare un alto valore mistico. E’ proprio vero che il fiore più bello e profumato non lo si trova in una serra, ma può sbocciare solitario in un campo di grano.














