Rivodutri (RI) / La “Porta Mistica”, forse e più nota in ambito locale come ”Porta Nicolò” è un singolare monumento di notevole valore artistico, databile tra la fine del XVI secolo e gli inizi del secolo successivo.

L’ANTICRISTO DELLA PORTA MISTICA DI RIVODUTRI



ARTICOLO
/ Roberto Volterri

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CATEGORIE

Provincia di Rieti

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Porte

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stella a 5 punte
costellazione (Sole e Luna)

La porta alchemica
Di Fotoarte66 – Opera propria, CC BY-SA 4.0, https://commons.wikimedia.org/w/index.php?curid=110557413

A poco più di un centinaio di chilometri da Roma esiste da tempo un’altra strana “porta” adornata da simboli che rimandano sia al “Cantico dei Cantici” di Salomone e, in parte, anche all’Ars Regia, insieme ad alcune scritte di non facile interpretazione e da tutta una serie di messaggi che la fanno assomigliare alla sua omologa di Piazza Vittorio Emanuele II, La “Porta Alchemica” di Roma. Si tratta della “Porta”di Rivodutri,” – che ci piacerebbe denominare “Porta Mistica” – piccolo paese a pochi chilometri da Rieti. La “Porta Mistica”, forse e più nota in ambito locale come ”Porta Nicolò” è un singolare monumento di notevole valore artistico, databile tra la fine del XVI secolo e gli inizi del secolo successivo.

Non si conosce con sicurezza né il nome del committente, né quello di chi la eseguì. Di certo quest’ultimo doveva essere un artigiano dotato di notevoli doti artistiche e forse non digiuno della simbologia legata a temi biblici, alla Grande Opera, alle trasmutazioni alchemiche. La “Porta Mistica” di Rivodutri – dalle poche notizie che è stato possibile ricavare – in origine faceva parte di un edificio lasciato in testamento, nel 1757, da messer Bernardino Camisciotti alla famiglia Nicolò e da tale nucleo familiare ceduto al Comune di Rivodutri, nel 1874, per adibirlo a scuola.
Alla fine del XIX secolo tale edificio fu smontato per allargare la via principale, ora via Umberto I, e rimontata su un nuovo edificio.
Poi nel 1948 un terremoto rase al suolo l’edificio ma la “Porta” si salvò dalla distruzione e le sue parti furono conservate per poi esser ricostruite nell’attuale sede, all’ingresso di un piccolo giardino affacciato sulla valle sottostante.
Grazie alle interessanti notizie fornite dal gentile professor Luca Vannozzi, di Rivodutri, è stato possibile buona parte delle vicende legate a questo strano monumento e descriverla in un libro di imminente pubblicazione che dovrebbe intitolarsi “Misteri e Segreti delle Porte Magiche, Mistiche, Alchemiche” – compresa una “scoperta” in terra salentina –  dedicato a queste strane testimonianze di un “sapere” forse perduto…


L’ANTICRISTO DI RIVODUTRI

Una delle più interessanti raffigurazioni visibili sulla “Porta Mistica” di Rivodutri è, a nostro avviso, quella identificabile nell’Anticristo, così come viene descritto nell’Apocalisse di San Giovanni (13, 1-10)…

“E vidi salir dal mare una bestia che aveva dieci corna e sette teste, e sulle corna dieci diademi, e sulle teste nomi di bestemmia. E la bestia ch’io vidi era simile a un leopardo, e i suoi piedi eran come di orso, e la sua bocca come bocca di leone; e il dragone le diede la propria potenza e il proprio trono e grande potestà. E io vidi una delle sue teste come ferita a morte; e la sua piaga mortale fu sanata, e tutta la terra meravigliata andò dietro alla bestia “

L’Apocalisse, o Libro della Rivelazione –l’ultimo libro del Nuovo Testamento – è indubbiamente un testo difficile da interpretare e non è di certo questa la sede per addentrarci in un’esegesi che travalica lo scopo ultimo delle pagine che state leggendo.
Però non possiamo non farvi notare come l’immagine che di seguito riportiamo corrisponda perfettamente – nonostante l’usura del tempo e l’umana incuria – alla descrizione giovannea.

Forse la “bestia che sale dal mare” può essere interpretato come il potere politico che minava l’integrità della Chiesa e dei suoi insegnamenti, forse l’Anticristo era rappresentato dai “falsi profeti” che ritroviamo in Marco 13,6 oppure anche in Matteo 24,24 o, ancora, potrebbe venire identificato nell’”uomo dell’iniquità” (Lettera ai Tessalonicesi 2, 3-10).
Forse deve essere intesa diversamente la criptica espressione che, nel testo giovanneo, troviamo più avanti (Apocalisse, 13,18)…

“ Qui sta la sapienza. Chi ha mente computi il numero della bestia; è un numero di uomo. Ora il suo numero è seicentosessantasei
… ma è abbastanza plausibile che l’Anticristo doveva venire considerato come una figura umana, avida di poter, di gloria, in procinto di manifestarsi verso la “fine dei tempi” come persecutore della Chiesa mentre esortava i fedeli in Cristo verso l’apostasia, mirando a sedersi nel Tempio di Dio (in Vaticano, in San Pietro?) per essere adorata come Dio stesso…

Nella “Porta di Rivodutri” sono poco visibili – soprattutto a causa dell’erosione eolica e pluviale avvenuta nel corso dei secoli – ma è verosimile che le “sette teste”, illo tempore, possedessero anche un accenno di “tiare papali” come ad esempio quelle visibili in un affresco del Battistero di Padova che porta la firma del pittore fiorentino Giusto de’ Menabuoi, eseguito tra il 1375 e il 1378, qui riportata.

Ma perché la tiara del Papa?
Per quanto riguarda Giusto de’ Menabuoi una possibile spiegazione potrebbe essere correlata al periodo in cui fu eseguito l’affresco, ossia durante la cosiddetta “cattività avignonese” avvenuta tra il 1309 e il 1377, periodo in cui anche il Papa – almeno da alcuni – veniva considerato l’Anticristo e la sua sede, il suo trono veniva identificato con la “Sinagoga di Satana”.
In un periodo storico successivo molti esponenti della Controriforma, da Martin Lutero a Giovanni Calvino, non esitarono ad identificare anch’essi il Papa con l’apocalittico ’Anticristo, come ad esempio i cosiddetti “Centuriatori di Magdeburgo”, capeggiati dal teologo Matthias Flacius Illyricus (1520 – 1575) , i quali nelle loro “Centurie” misero in luce le infinite iniquità papali e identificarono di nuovo il “Principe degli Apostoli” con la tetra figura dell’Anticristo.

… scrive Dante nel II Canto dell’Inferno.
Così, per concludere queste brevi note che correrebbero il rischio di proseguire per chissà quante altre pagine – ma la “Porta di Rivodutri” meriterebbe questo ed altro! – vorremmo ora (quasi “sadicamente”…) lasciare ai lettori il compito di indagare più a fondo tra “le segrete cose”, nei vari altri simboli, nelle arcane espressioni visibili sugli elementi architettonici che la compongono.
Ecco quindi una vasta miscellanea di ciò che chi scrive e Bruno Ferrante hanno di recente  fotografato ad alta risoluzione sulla “Porta Mistica” in una delle varie occasioni in cui, da Roma, si sono recati nel grazioso paesino in provincia di Rieti.

Cominciamo la rassegna partendo dal lato sinistro, in basso, riportando anche le lettere che con qualche difficoltà ancora si leggono…

EDO

(.)E(.)Æ (.)(.)U

VEL EX VENENO

EX MEA TUA

LUX EX MEA TUA

QD  MA SALUS

Sopra TOT MIHI SUNT VIRES  sotto (.) U (.)(.)A (.) (.)

UNA RES

Lato destro dall’alto

Sopra QU(.)(.)(.)(.) DIE(.)(.) sotto CU(.)M(.)NO(.)(.)

IPSE

ASCENDIT

OMNIA BONA MECUM

 (.)(.)(.)(.)(.)

QUID HOC FORTIUS

Forse, sul posto, magari muniti di un piccolo binocolo per poter osservare un po’ più da vicino alcuni dettagli, alcune scritte, potreste scoprire infiniti altri dettagli e dedicare ad essi la cura che chi scrive, per molteplici ragioni, non ha potuto riservare.
Perdendo – chissà? – la buona occasione per “decifrare” veramente l’enigmatica “Porta Mistica” di Rivodutri…


PER APPROFONDIRE

In corso di pubblicazione presso Palombi Editori, di Roma

Porte Magiche? Porte Alchemiche? Porte Mistiche? Porte interdimensionali?
Il nostro Bel Paese, qua e là, nasconde testimonianze provenienti da un lontano passato, testimonianze che riconducono ad un epoca – per altro sempre attuale… – in cui l’Uomo ha cercato di squarciare, anche per un solo attimo, il “velo di Maya”, il “velo” che secondo una non del tutto ben compresa interpretazione del pensiero buddista – rappresenterebbe l’illusorietà della realtà che ci circonda. Nel libro di imminente uscita Misteri e Segreti delle Porte Magiche, Mistiche Alchemiche ( e di chi ne oltrepassò la “soglia”…) troverete oltre alla ben nota “Porta Alchemica” di Roma anche la misteriosa “Porta Mistica” di Rivodutri (Rieti) dove un ignoto scalpellino al quale non erano del tutto estranei i “misteri” della ricerca esoterica – oppure “guidato” da chi tali “misteri” padroneggiava da tempo – ha inciso nella pietra simboli e messaggi che, come per la “Porta” di Roma, fanno versare  se non proprio “fiumi” sicuramente “rigagnoli” d’inchiostro da parte di chi si affanna da sempre nel cercare di gettare un rapido sguardo al di là del “velo” che separerebbe la realtà immanente da quella trascendente. Poi nel Sud d’Italia, nella meravigliosa terra salentina, troverete la strana “Porta Filosofica” di Corigliano d’Otranto, delizioso paese della “magica” Puglia oltre a “qualcosa” a proposito di un misconosciuto astrologo e alchimista, Matteo Tafuri, da alcuni ritenuto una sorta di ‘Nostradamus di Soleto’, grazioso paese ricco di testimonianze artistiche e legato  a curiose leggende.
Ma – ve ne accorgerete! – il vostro “viaggio” non finisce certamente qui…


Per continuare i viaggi tra i misteri della Storia…

Ordina il libro

Cari lettori e frequentatori di “Luoghi Misteriosi”, sapete bene che sarebbe ben arduo sperare di rintracciare in qualche Museo alcuni dei reperti descritti in questo libro scritto da Roberto Volterri e pubblicato da Eremon Edizioni. Perché? Ma è semplice: perché… essi non esistono o non sono mai esistiti. Almeno ‘ufficialmente’… Questo lavoro vorrebbe, quindi, colmare tale lacuna e dovrebbe essere inteso come un vero e proprio “Manuale di Archeologia eretica”, indispensabile a tutti quei ricercatori dell’ignoto che vogliono affrontare uno studio sperimentale sulle “possibili tecnologie antiche”, con l’indispensabile apertura mentale necessaria ad intraprendere una strada irta di ostacoli, ma soprattutto nel pieno rispetto dell’ortodossia scientifica.
L’Autore, pur occupandosi in ambito universitario degli aspetti più concreti della ricerca archeologica, ha tentato di ricostruire impossibili oggetti, basandosi in alcuni casi su testi biblici, in altri su testimonianze storiche e in qualche caso facendo “atto di fede” nei confronti di qualche studioso del passato che ha sostenuto di averli visti o di averli realizzati egli stesso. Pila di Baghdad? Arca dell’Alleanza? Lumi eterni? Bussola Caduceo? Specchi ustori? Urim e Tummin? Lente di Layard? Sono degli oggetti “impossibili”… ma non per tutti e, seguendo le indicazioni fornite in questo libro, anche voi riuscirete a realizzarli facilmente!