EMILIA ROMAGNA / CABRIOLO (PR) – CHIESA DI SAN THOMAS BECKET / Non è un caso che diversi antichi e rari simboli si trovino in un luogo sacro ai Templari, custode in un certo senso del concetto del Graal.
UNA MANSIO TEMPLARE E LA PESATURA DELLE ANIME
ARTICOLO E VIDEO / Isabella Dalla Vecchia e Sergio Succu
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Templari
Questa chiesa è dedicata a Thomas Becket, arcivescovo di Canterbury, martire nel 1170 per volere di Enrico II d’Inghilterra. La chiesa in origine era la cappella di una residenza – fattoria (mansio) dei Cavalieri Templari. Nell’attuale edificio ad aula si possono distinguere due fasi costruttive: l’abside, che risale al XII – XIII secolo e la navata con la facciata, realizzate nella prima metà del XV secolo. Nell’abside, realizzata in mattoni e scandita da sette archi ciechi e lesene, si aprono tre piccole finestre in cotto: la finestra centrale, riaperta nel 1954, è originale, mentre le laterali sono state aggiunte in quella stessa occasione. La piccola cappella laterale è stata costruita alla fine del XVII secolo. A fianco dell’abside sorge il campanile: la base quattrocentesca è stata conclusa nel 1928 con la costruzione della cella campanaria. Nel corso di un restauro sul lato sinistro dell’aula è emersa una fascia affrescata databile alla prima metà del Quattrocento. L’affresco, rovinato per via di una serie di scalpellature, per favorire l’adesione di uno strato di intonaco steso successivamente (come ahimè è accaduto per molti affreschi divenuti irrecuperabili), rappresenta la Trinità.
L’arcangelo Michele pesa le anime, e accanto a lui vi è una Crocifissione con alcuni santi, tra cui Pietro e Giovanni Battista con i due committenti inginocchiati.
Il pasto della Trinità
La Trinità è molto antica ed è rappresentata in una forma rara in Italia, vi sono infatti tre angeli che consumano un pasto. Non la si trova spesso se non nelle chiese bizantine e ortodosse. Questo episodio arriva direttamente dall’Antico Testamento in cui Dio avrebbe fatto visita ad Abramo con tre angeli che avrebbero consumato un pasto nella sua dimora.
Non è un caso che diversi antichi e rari simboli si trovino in un luogo sacro ai Templari, custode in un certo senso del concetto del Graal. La “Psicostasi” o pesatura delle anime, è un concetto ancora più raro e antico, proveniente direttamente dall’antico culto egizio, al quale i cavalieri templari erano molto legati, perché vero precursore del Cristianesimo, avendo Gesù trascorso la giovinezza in Egitto e essendo stato iniziato agli antichi culti di Iside e Osiride secondo molte fonti. Il Cristianesimo ha infatti molti legami simbolici con l’Egitto, la stessa vita di Osiride, il complotto e l’essere il giudicatore dei vivi e dei morti lo ha sempre messo in correlazione con la figura del Cristo.
S. Michele e la pesatura delle anime
Il Faraone in punto di morte, prima di raggiungere l’aldilà vero e proprio, doveva affrontare una serie di prove il cui superamento veniva facilitato dai suggerimenti del libro dei morti, una sorta di manuale su “come affrontare i pericoli nel viaggio verso l’eternità” che veniva posto accanto al corpo del Faraone. Una volta superato con successo l’impervio cammino, l’anima del defunto doveva affrontare la prova più ardua, il Giudizio Universale, molto simile a quello cristiano. Osiride in trono, infatti, al pari di Gesù, doveva giudicarne l’anima che, se ritenuta pura e priva di peccato sarebbe stata accolta in cielo, al contrario sarebbe finita all’inferno. Il cuore del faraone veniva appoggiato su un piatto di una bilancia e sull’altro veniva appoggiata una piuma. Se il cuore risultava più leggero sarebbe stato accolto da Osiride nel regno dei cieli, altrimenti, era già pronta la bestia per divorarlo. Questo tema ecco che lo ritroviamo anche nel Medioevo, senza ombra di dubbio in derivazione dal giudizio di Osiride.
La pesatura delle anime secondo il culto egizio
Dato che il tema della Psicostasi è molto raro in Italia è particolare trovarlo in due chiese così vicine l’una all’altra. Una è questa e l’altra è S. Biagio a Talignano (PR), a pochi chilometri da qui.