GROTTA DEL CINICCHIO – Assisi (PG) / Lo spazio ricavato tra le due chiese fu utilizzato come cripta sepolcrale che conserva oggi i resti mummificati dei defunti che lì vi erano stati sepolti
POTREBBE ESSERE LA REALE GROTTA DELLA CONVERSIONE?
(c) articolo Emanuele Legumi – emanueleleg@libero.it
(c) Foto grotta Mauro Bifani
Scopritori e ricercatori: Marcello Betti – La Grotta di San Francesco ed Elia Padre Marino Bigaroni – La cassa mortuaria di San Francesco
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CATEGORIE
ALCHIMIA (trasmutazione)
PERSONAGGI (San Francesco – Frate Elia)
Luoghi: GALLERIE
ITALIA SOTTERRANEA
articolo di Emanuele Legumi – emanueleleg@libero.it
www.ilsentierodiarmenzano.it
Scopritori e ricercatori: Marcello Betti – La Grotta di San Francesco ed Elia Padre Marino Bigaroni – La cassa mortuaria di San Francesco
mappa della posizione dei tre luoghi
(gli altri due: Basilica di San Francesco – Protomonastero di Santa Chiara)
Tanto si conosce della storia di San Francesco d’Assisi quanto poco si sa di Frate Elia, suo successore nell’amministrazione dell’Ordine Francescano dopo la morte del Santo. Perché?
Solo grazie agli studi e alle scoperte recenti si è potuta far luce su questa importante figura storica e sul periodo in cui diventa successore di Francesco.
Ne esce un Ordine francescano sconvolto per la mancanza del proprio fondatore, e per questo in un certo senso debole, spaccato, e quindi più soggetto alle interferenze dei poteri forti di allora: Papato e Impero. E’ in questo frangente che riesce a prendere il “potere” Frate Elia, storicamente vicino al Santo dalla giovinezza ma dalle risapute propensioni alchemico-esoteriche, nonché filo imperiali. Il suo operato, se pur obbediente alla Regola Francescana, era per così dire più aperto alle ingerenze delle religioni orientali e dell’imperatore di allora. Naturalmente non parlo di un imperatore qualsiasi, ma di Federico II di Svevia, uno dei regnanti occidentali in assoluto più vicino all’Islam. Elia lo possiamo immaginare, nell’ambito del francescanesimo, come una riproposizione medievale di Akhenaton, faraone “eretico” della XVIII dinastia egizia; entrambi furono destinati, una volta terminato il proprio regno, al sistematico oblio. Il momento decisivo per i detrattori del frate fu la scomunica dell’Imperatore Federico II, suo protettore; da quel giorno ogni traccia della memoria di Elia fu cancellata o alterata. Questo episodio della vita del frate è passato tristemente alla storia come “la congiura del silenzio”.
Elia Bombarone nacque, come ci confermano gli storici locali, e contrariamente alla versione ufficiale, a Beviglie, frazione di Assisi. Conobbe Francesco in gioventù e con lui iniziò il percorso di conversione verso una fede pura ed un rigoroso rispetto delle sacre scritture. Con buona probabilità, il rifugio dove Tommaso da Celano racconta sia avvenuta la conversione dei due, è proprio a metà strada tra Beviglie ed Assisi. E’ noto come “Grotta di Cinicchio” e non a caso, avendo legami con Elia, è uno dei pochi luoghi francescani ad oggi quasi persi nella memoria. Un’ulteriore conferma del legame con il frate “eretico” è l’impressionante allineamento tra l’insignificante grotta, originariamente parte di una necropoli longobarda, e la maestosa Basilica di San Francesco, progettata e realizzata proprio da Elia.
L’edificio in esame è una costruzione semi-ipogea in località Ponte San Vetturino nel comune di Assisi. E’ posta sulla cima di una collinetta sormontata da un piccolo bosco a meno di un chilometro in linea d’aria con la Basilica di San Francesco, ma pur sempre in piena campagna. La prima idea di una costruzione longobarda sembra decadere poiché questo popolo usava colonizzare i centri urbani a scapito del resto, dove al più venivano costruite alloggi umili come capanne e raramente edifici in pietra.
La struttura è composta di due locali di forma e fattura simili tra loro collegati per mezzo di un lungo corridoio.
Data la forma allungata e la caratteristica ipogea è da scartare anche l’ipotesi che fosse una torre d’avvistamento, ipotesi che avrebbe giustificato la sua posizione in cima ad una collina con una visione completa della zona, da Assisi fino a Santa Maria degli Angeli.
Ovunque nel muro si trovano, nicchie, rientranze, o piccole mensole ad indicare che il luogo era stato progettato come locale ad uso abitativo o come magazzino.
A pietre scarsamente lavorate, e quindi di difficile datazione, si alternano pietre rosa del Subasio così ben squadrate da confondersi con i mattoni romani. La lavorazione è dunque di stile romanico ed è pressoché identica a quella della cappella duecentesca del transito di Santa Maria degli Angeli di Assisi, studiata proprio dalla prof. Ermini durante un suo scavo presso la Porziuncola.
A parere degli esperti la costruzione potrebbe essere stata rifugio per eremiti (ci sono tra l’altro anche delle botole per calare del materiale dall’alto, come del cibo, senza entrare all’interno), in più la prof. Letizia Ermini Pani (archeologa della Sapienza di Roma) ha datato una possibile ristrutturazione al 1200. Secondo la prof. Pani l’edificio che vediamo oggi è il risultato di un riutilizzo duecentesco di una costruzione di epoca precedente, forse un acquedotto in disuso.
La grotta della conversione è l’unico sito ad oggi perso nella memoria e deve per forza essere poco fuori le mura della città, non è stato dimostrato che sia proprio questo il luogo, ma gli indizi sono tanti.
nella foto la
prof. Letizia Ermini Pani al’interno della grotta
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Leggi la relazione e guarda altre foto della visita archeologica della Sapienza:
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