duomo di Cremona / Questo splendido duomo riserva davvero molti misteri, dalla curiosa vicenda di Giovanni Baldezio alla donna all’ultima cena
I MISTERI DEL DUOMO DI CREMONA
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CATEGORIE
Città di Cremona
Personaggi / santi
Italia abbandonata
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PERSONAGGI
ANIMALI
PERSONAGGI
SIMILITUDINI CON GLI EGIZI
Simboli: PSICOSTASI
INSPIEGABILE
ULTIME CENE
La vittoria che liberò la città
All’entrata si nota la statua di uno strano personaggio. Si chiamava Giovanni Baldesio e viene notato per lo sguardo “pallato”, per il fisico poco importante e per avere in mano due bocce, una delle due nell’atto di essere tirata. Quest’uomo può essere definito un “eroe per caso” perchè è rimasto nella storia per aver sfidato a duello il figlio dell’imperatore Federico Barbarossa, nel XI – XII secolo. La sfida però non si trattò di una lotta corpo a corpo o con qualche arma, bensì fu una tranquilla partita a bocce. Baldesio vinse e il premio fu l’esenzione delle tasse dell’intera città! Un bel trofeo! L’episodio fu acclamato a tal punto che anche nello stemma di Cremona ancora oggi si trova un braccio con una boccia in mano. Dovevano essere alquanto pesanti quelle tasse…
Giovanni Baldesio ha dato anche il simbolo alla città:
un pugno che stringe la boccia
Chi non farebbe rientrare nello stemma di Milano qualsiasi immagine, se un cittadino riuscisse ad esentare il comune dalle tasse del governo italiano.
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Si dice che Cremona fu fondata dal mitico Ercole che, tornando dall’Iberia dove recuperò i Pomi delle Esperidi, si riposò sul fiume Po e fondò un borgo che volle dedicare a sua madre, Alcmena.
Esterno del Duomo
Il monumento più significativo è il Duomo, davvero splendido e unico nella sua particolare struttura che raccoglie un insieme particolarmente armonico di più stili diversi, dal romanico, al gotico, al rinascimentale. Fu fondato nel 1107, ma fu completamente ricostruito nel 1117 in seguito al terribile terremoto che colpì la Pianura Padana. A destra il Duomo è accompagnato dallo splendido Battistero di San Giovanni a pianta ottagonale che, come quasi tutti i battisteri, richiama non a caso il numero otto. Da osservare la facciata con l’interessante fregio dei mesi sopra l’arco del protiro gotico.
All’entrata abbiamo ai lati del portone le statue di Sant’Omobono e Imerio, i due patroni della città.
Interno del Duomo
LA PSICOSTASI, L’UOMO BUONO E IL SACCHETTO DI MONETE
Interessante è l’interno della cattedrale per le raffigurazioni nelle volte a crociera nel transetto di scene del Vecchio Testamento, tra le quali il Cantico dei Cantici e il sogno di Giuseppe.
scene del Cantico dei Cantici e del sogno di Giacobbe
La pesatura delle anime o psicostasi
In un’ala laterale sono stati riscoperti antichi affreschi presenti sotto le mura odierne dell’edificio, dove vengono rappresentate scene come la natività e l’incoronazione della Vergine. Ma un’immagine merita di essere osservata più attentamente delle altre, è la psicostasi o pesatura delle anime. Si vede S. Michele arcangelo con una bilancia in mano a pesare le anime dei defunti, per capire se l’individuo è puro o peccatore nell’anima. Non dev’esserci stato esito positivo, perchè sullo sfondo l’anima del malcapitato viene portata via dal diavolo.
Questo tema è molto più antico del periodo in cui è stato rappresentato, è il momento più importante del trapasso del faraone nell’antico culto egizio. Egli prima di raggiungere l’ignoto aldilà, doveva affrontare una serie di prove il cui superamento veniva consigliato dal libro dei morti, una sorta di manuale su “come affrontare i pericoli nel viaggio verso l’eternità” che veniva “seppellito” insieme al Faraone. Una volta superato con successo l’impervio cammino, l’anima del defunto doveva affrontare la prova più ardua, il Giudizio Universale, abbastanza simile a quello cristiano. Osiride in trono, infatti, al pari di Gesù, doveva giudicarne l’anima che, se ritenuta pura e priva di peccato sarebbe stata accolta in cielo, al contrario sarebbe finita all’inferno. Veniva qui “pesata l’anima”, il cuore del Faraone veniva posto sul piatto di una bilancia e sull’altro veniva apoggiata una piuma. Se il cuore risultava più leggero sarebbe stato accolto da Osiride nel regno dei cieli, altrimenti, già era pronta la bestia per divorarlo. Ritroviamo lo stesso tema anche nel Medioevo, senza ombra di dubbio derivato dal giudizio di Osiride.
A pesare l’anima non è più Ptah ma l’Arcangelo Michele, a giudicare non è più Osiride ma Gesù, a divorare l’anima non è più la bestia Ammit (testa di coccodrillo, zampe di leone e di ippopotamo) ma direttamente il Diavolo. Ciò che è rimane invariata nei secoli è l’anima dell’uomo, che in una o nell’altra religione si dovrà sempre, inevitabilmente trovare di fronte al Giudizio Universale.
La cripta e Sant’Omobono
Nella cripta è possibile ammirare i resti di Sant’Omobono, il cui nome significa letteralmente “uomo buono”. Egli porta ancora in mano il suo inseparabile sacchetto delle monete che era solito donare sempre ai poveri.
Sant’Omobono Tucenghi nasce a Cremona all’inizio del XII secolo. Sposo e padre, di professione mercante e sarto, abbraccia lo stato di vita della penitenza volontaria dedicandosi alla preghiera, alla devozione verso la croce e alle opere di carità, ospitando e soccorrendo i poveri. Vive un’intensa esperienza spirituale e da vero uomo di pace si inserisce come pacificatore, nelle turbolente vicende della Cremona comunale, agitata anche religiosamente da varie correnti ereticali.
Muore mentre partecipa alla celebrazione della S. Messa, al canto del Gloria, all’alba del 13 Novembre 1197 dopo la preghiera notturna che usualmente faceva nella sua chiesa parrocchiale di S. Egidio. Il Vescovo di Cremona Sicardo di reca a Roma, accompagnato da una delegazione di cremonesi per chiedere al Papa Innocenzo III la canonizzazione, che viene accordata il 12 Genneaio 1199 con la Bolla “Quia pietas”: Omobono è così il primo laico, non nobile, elevato agli onori degli altari.
Il culto si diffonde ben presto tra le corporazioni dei sarti e dei mercanti di stoffe (che lo eleggono patrono), anche al di fuori dell’Italia. Viene eletto padrono di Cremona nel 1643.
Viene sempre rappresentato in atto di donare delle monete a un povero.
Leoni alla porta della chiesa nell’ala laterale
Da un muro spunta il simbolo di Cremona legata alla leggenda
di un grande eroe: Giovanni Baldesio
Il sito dei luoghi misteriosi
www.luoghimisteriosi.it – info@luoghimisteriosi.it
Ultima cena con “donna”
Nel Duomo di Cremona siamo di fronte alla più incredibile rappresentazione dell’Ultima Cena, addirittura ancora più forte dello stesso famoso affresco di Leonardo da Vinci a Milano. In primo luogo abbiamo un quadro in cui Giovanni è indubbiamente una donna, basti osservare queste immagini per togliere ogni forma di dubbio. Il volto è assolutamente femminile, i lineamenti sono dolci e inquadrano una donna anche particolarmente bella.
E fin qui non ci sono dubbi.
Ma qui siamo di fronte a qualcosa di più.
L’Ultima cena si trova all’interno della Cappella della Maddalena, in cui vengono rappresentati tutti i momenti salienti della vita di Maria Maddalena, compresa l’Ultima Cena! L’altro fatto incredibile è che, come fossero vignette di un fumetto, la donna è sempre la stessa!
Le scene della cappella sono le seguenti:
– Il lavaggio dei piedi
– Noli me tangere
– Ultima cena
Di seguito tutti i quadri della cappella della Maddalena del Duomo di Cremona
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Il lavaggio dei piedi (sopra l’ultima cena)
In tutti questi quattro quadri la protagonista è una sola, Maria Maddalena, è lei nel lavaggio dei piedi, è la stessa nell’adultera, la stessa nel noli me tangere e la stessa nell’ultima cena! Non solo ha gli stessi lineamenti ma quasi anche gli stessi abiti.
Che dire di fronte ad una rappresentazione simile davanti agli occhi di tutti?
Di seguito l’articolo uscito su “La Cronaca” di Cremona il 6 ottobre 2008, che ha parlato di questo fatto prendendo spunto da questo articolo.

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