OSIMO (AN) – PALAZZO COMUNALE / Sono parecchio misteriose all’interno del Palazzo municipale, le statue acefale, cioè senza testa. Il perché si trovino oggi in questo stato non si sa, forse vennero decapitate per sfregio dopo un assedio del ‘400. Si presume che la maggior parte di esse decorassero il Foro o altri ambienti pubblici in epoca romana.

LA FONTE MAGNA E LE MISTERIOSE STATUE SENZA TESTA DEL PALAZZO COMUNALE


ARTICOLO E FOTOGRAFIE
/ Isabella Dalla Vecchia e Sergio Succu

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Provincia di Ancona

INSPIEGABILE
ANIMALI – TECNOLOGIE DEL PASSATO
elementi: ACQUA

La storia di Osimo

Il borgo nacque tra il VII ed il VI secolo Avanti Cristo come ampliamento della colonia
grecosicula di Ancona da cui deriverebbe il nome antico di Auximon. Diventa poi centro degli scontri tra Piceni e Celti, con la caduta di quest’ultimi per via dell’alleanza dei primi con i Romani.

Divenne in seguito municipio, con la possibilità di autogoverno e di edificazione delle mura difensive ancora oggi esistenti e delimitanti la città vecchia dalla nuova.

Osimo diventa così tanto importante che la stessa Ancona viene chiamata per un certo periodo “Navale Auximi”, ovvero “Porto di Osimo”. Subì in seguito diversi assedi fino a divenire proprietà pontificia ed infine nel 1100, libero Comune.

Il suo simbolo è costituito da due leoni che proteggono una Torre. Non a caso il simbolo dei leoni “a difesa” di qualcosa è sempre stato molto antico, proveniente dalla stessa Sfinge egiziana e dalle immagini del culto egizio che vedevano sempre due leoni contrapposti, uno verso est e l’altro verso ovest, a protezione del Faraone solitamente al centro della sua barca solare.

Nella piazza principale, attaccati al muro, vi sono degli strani oggetti, questi erano le unità di misura ufficiali dell’epoca, la canna e il passo (1 Somel, 35 metri) e il trapezio serve per misurare senza errori tegole e mattoni. Non tutti avevano in casa il metro che abbiamo oggi regolarmente in casa e si affidavano alle misure in piazza.

In cima al colle su cui sorge il borgo si trova il bellissimo duomo di San Leopardo, primo vescovo osimano.


Gesù crocifisso in piedi con quattro chiodi, voleva significare
che Gesù non era in realtà morto sulla croce, ma era ancora vivo,
perchè risorto o perchè mai morto

Fonte Magna

Interessante la “Fonte Magna” un ninfeo del I° secolo avanti Cristo, in cui si dice che Pompeo Magno vi avrebbe abbeverato i cavalli in seguito alla sua visita alla citta’ per arruolare nuovi soldati.

Gli acquedotti

Gli acquedotti di Osimo rivelano una tecnologia del passato che è davvero incredibile. Infatti sono stati realizzati per portare l’acqua in città direttamente dal Monte Crescia percorrendo, tramite gallerie sotterranee, un percorso di dieci chilometri! Il percorso è studiato nei minimi dettagli e sfrutta pendenze, profondi pozzi, condotte a pressione con la tecnica del sifone. Una tecnologia sorprendente che permetteva all’acqua di percorrere non solo discese, ma anche alcune salite.


Palazzo Gallo – Da qui vi è l’accesso ad alcune grotte osimane


Palazzo Gallo


Palazzo Campana – Da qui vi è l’accesso ad alcune grotte osimane


Palazzo Campana


Palazzo Fiorenzi

LE MISTERIOSE STATUE SENZA TESTA

Sono parecchio misteriose all’interno del Palazzo municipale, le statue acefale, cioè senza testa.
Il perchè si trovino oggi in questo stato non si sa, forse vennero decapitate per sfregio dopo un assedio del ‘400. Si presume che la maggior parte di esse decorassero il Foro o altri ambienti pubblici in epoca romana.

Entrando nel Palazzo Comunale troviamo alcune statue identificate secondo due tipologie: statue di divinità o ideali e statue onorarie, come ritratti di personaggi importanti. Abbiamo dunque, una divinità femminile, Venere con hydria, un torso giovanile, un’altra Venere, mentre le statue onorarie non identificate sono 15, tra cui una statua di un comandante forse Pompeo Magno.

Poi troviamo le 12 statue acefale cioè senza testa, di dimensioni pari al vero, poste su basi che riportano iscrizioni onorarie. Nove di esse rappresentano uomini togati, due uomini nella seminudità eroica, una rappresenta un uomo loricato (un richiamo a Zeus) e le ultime due matrone con ampi panneggi. Sono state realizzate tra il I sec. a.C. e i I-II sec. d.C. Si dice che le teste mancanti furono portate via dal condottiero milanese Giangiacomo Trivulzio nel 1487 come sfregio dopo un assedio. Altri studiosi ipotizzano che alcune teste non siano mai state scolpite oppure siano cadute in seguito a episodi di guerre o intemperie.

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