Chiesa di San Rocco, Montalto Dora (TO) / 

SIMBOLI TEMPLARI E IL DISEGNO MISTERIOSO NELLA CHIESETTA DI SAN ROCCO A MONTALTO DORA


Articolo e fotografie di: Luciana Banchelli e Vincenzo Di Benedetto – ciaipran@gmail.com

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Per informazioni: La chiesa è aperta al pubblico durante le visite guidate ed in occasione di eventi teatrali e culturali. Studi e ricerche sono condotte dall’Associazione storico-culturale LUCI di Montalto Dora, approdate alla stesura di una dispensa e del romanzo storico “Atanor password templare sentiero dell’anima”.
Per informazioni: Associazione Luci 0125 650387 –  3393271990 –  assluci@libero.it

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Provincia di Torino

Questo luogo appartiene al gruppo:

Alchimia
Fenomeni naturali (energia tellurica)
Figure Rare
Geometria Sacra
Incisioni enigmatiche
Numerologia
Similitudine con altre civiltà (Americhe)
Templari

Simboli:
Cerchi, quadrati, triangoli
Fiore della vita

I capitoli di questa pagina sono:
Storia e geografia
Le energie Potenti
La Metodologia Rabdomantica e le  sue scoperte

Le iniziazioni e la Chiesa di San Rocco
L’investitura Templare e la Chiesa di San Rocco

I Templari e la Chiesa di San Rocco


Storia e geografia

Siamo nel Canavese, ai confini con la Valle d’Aosta , Terra di Antichi Celti e Lotte Medievali.
L’area collinare montaltese su cui sorge la chiesa di San Rocco è di particolare interesse geologico e geomorfologico per essere stata interessata dai fenomeni che hanno portato alla formazione delle Alpi; qui è visibile un’importante “cicatrice” della crosta terrestre denominata dai geologi “linea insubrica”.

L’origine della chiesa è incerta. Si presume sia stata edificata sul luogo dove sorgeva un pilone votivo di matrice romana nel 300 d.C dedicato a San Sebastiano. Da fonti antiche, in origine era una cappella aperta sul davanti, chiusa da un cancello di legno, mentre la navata centrale sarebbe stata aggiunta nel 1600 ed il porticato esterno nel 1800. La sua dedicazione a san Rocco risale proprio al 1600, periodo in cui si verificò una devastante epidemia di peste bubbonica. Secondo la mentalità del tempo, dedicare una chiesa ad un Santo rappresentava l’unica possibilità per richiederne la sua intercessione e protezione.
Dopo un lungo periodo di totale abbandono, nel 1997 la chiesetta venne restaurata ad opera dell’Associazione Alpini di Montalto Dora

Al suo interno sono visibili pregevoli affreschi risalenti alla fine del 1400, raffiguranti la Madonna con Bambino, san Cristoforo, san Rocco, san Sebastiano, sant’Antonio Abate, Gesù quale Ecce Homo e santa Caterina. Tra svariate ipotesi, l’anonimo pittore potrebbe essere un esponente della scuola vercellese giunto in Canavese al seguito di Fermo Stella da Caravaggio.

E, proprio durante i lavori di restauro delle pitture murali, venne scoperta, celata dietro una parete, una nicchia al cui interno è raffigurato un particolare pittogramma: una doppia ruota raggiata formata rispettivamente da 8 e 16 raggi che si uniscono ad un reticolo laterale.

Dall’imperfezione delle linee che caratterizzano il disegno si deduce che sia stato tracciato a mano libera e da qualcuno che non voleva certo dimostrare abilità artistica, ma semplicemente raffigurare un simbolo il cui scopo era racchiudere un significato specifico e una funzione ben precisa. La prima domanda che ci siamo posti è perché sono proprio 8 i raggi interni e 16 quelli esterni. E’ noto che l’8 è un numero estremamente importante nella religione cristiana. E’ un numero celeste legato alle beatitudini e numero dell’equilibrio cosmico in quanto 4 sono le direzioni cardinali e 4 quelle intermedie (vedi rosa dei venti). Le fonti battesimali sovente sono ottagonali e simboleggiano la rinascita. Tipico l’esempio della stupenda fonte ottagonale ricca di simboli templari scolpita dai Maestri Antelami nella Chiesa di San Lorenzo a Portovenere (SP).
L’8 è anche un numero mariano e precisamente di Maria come Regina dei Cieli: infatti, Maria è raffigurata in trono per ben tre volte negli affreschi della chiesa di San Rocco. Ne era il simbolo tipico degli architetti monaci dell’Ordine Cistercense di Citeaux che ornavano con rosoni e vetrate a 8 spicchi cattedrali in onore di Maria, Nostra Signora (es. Abbazia di Le Thoronet in Provenza). Il numero 16 che è il quadrato di 4, rappresenta la Terra il cui numero simbolico è 4, la Terra come punto di partenza per l’ascesa verso il Cielo. Il 4 ricorre inoltre nelle piastrelle quadrate dei pavimenti nei 3 affreschi.
Prima di indagare il mistero di questo disegno, il suo significato simbolico e la provenienza, occorre descrivere altri elementi meritevoli di studi approfonditi: e in particolare,il “tondo” a disegno floreale situato sul soffitto sopra l’altare, proprio accanto al punto di convergenza dei 5 spicchi di cui è composto l’emiabside posteriore.

Entrambi li vediamo rappresentati in chiese (vedi la Cattedrale di Aosta) ed abbazie, soprattutto cistercensi, (vedi Staffarda),
Tale simbolo è composto da 6 petali interni uniti da 6 esterni circoscritti in un cerchio. Nelle culture popolari veniva raffigurato a scopo scaramantico per tener lontani gli spiriti maligni, ma se arretriamo di un paio di millenni lo ritroviamo nell’arte celtica e ancor più anticamente in quella assiro-iraniana come elemento augurale di vita eterna. In un muro del secondo tempio di Abydos in Egitto sono incisi sulla roccia granitica simboli geometrici definiti “Il seme della vita” o “Fiore della vita” a testimonianza dell’antica religione egiziana; alcuni studiosi ritengono che tali raffigurazioni risalgano addirittura al 4000 A.C. Il nostro “tondo” richiama proprio quell’antico graffito.

La realizzazione di un disegno simbolico avviene mediante un simbolo motore: nel caso specifico del “Fiore della vita” è la “Vescica Piscis ” la cosiddetta mandorla mistica presente nell’iconografia cristiana medievale che circonda Cristo e la Vergine. Si ottiene intersecando due cerchi e simboleggia il punto nel quale forze e mondi separati si dividono e al tempo stesso s’incontrano. Le 6 pennette potrebbero rappresentare i sei giorni della Creazione perché tradizionalmente il 6 simboleggia il “cosmo”.

Si sa che i Principi Universali della Creazione cominciano dal 3, il triangolo, espressione del maschile:

Il punto uno si triparte nei 3 vertici del triangolo
con il vertice in alto  il DIVINO- é lo yod (=divino in ebraico)

Triangolo con vertice in basso= principio femminile
= coppa o calice-cuore

Se i due triangoli si uniscono, il maschile si specchia nel femminile, interagiscono ma la linea dell’acqua li separa nettamente e si forma l’androgino originario o Uomo Universale(=Logos o Verbo oppure il MACROCOSMO

Elaborando quindi i vari particolari architettonici, la nostra ipotesi è la seguente: l’Uomo si unisce ai 4 elementi della Terra (=il 4) formando il microcosmo (=5 spicchi dell’abside) ed é anche costituito dai 4 elementi che compongono la psiche che originano dal  5° elemento che secondo gli Indiani é l’essenza o etere, la cui goccia situata nel centro (=cuore) dà luogo in ordine al fuoco che va dall’alto al basso, all’aria che va in orizzontale (l’atmosfera del macrocosmo), all’acqua  che va verso il basso (=dinamica) e alla terra che va verso il basso (=statica).
Il rosone in alto rappresenta il Paradiso, il Divino,  ma per raggiungerlo manca la porta stretta: infatti manca il centro  nel disegno scolpito, manca la porta per raggiungerlo…

Le energie Potenti

Torniamo al disegno, il cui studio per anni ha consumato le nostre energie…
Osservandolo attentamente, si nota che le 4 linee a croce nel disegno della nicchia non si continuano tutte oltre alla prima ellisse, ma solo alcune.e che si incrociano non in un centro preciso, ma rudimentale: segno di un pittore maldestro o volutamente fatto per attirare l’attenzione su chissà quale rituale misterioso? Forse  solo alcuni potevano accedere alla Vita Eterna? Forse  solo alcuni erano gli eletti , e dovevano essere  iniziati a chissà quale percorso?
Man mano prendeva corpo l’ipotesi che la chiesetta fosse adibita a questi riti di iniziazione e il disegno ne fosse il simbolo, che poi qualcuno, forse per demonizzare il valore di chi aveva creato tutto questo, si era preoccupato di murare la nicchia stessa, occultandone così per sempre il disegno con l’ocra rossa in essa contenuto.
Le iniziazioni: grazie all’ausilio della geomanzia e l’archeologia rabdomantica abbiamo tentato quindi  di dare delle risposte.

La Metodologia Rabdomantica e le  sue scoperte

L’archeologia rabdomantica si fonda sull’utilizzo dello strumento, sia per rilevare punti energetici o linee che nell’accezione di sincroniche vengono intese nel loro significato più ampio di sincronicità o “trasporto di emozioni, idee e pensieri” (definizione di Airaldi dal suo libro “le Sincroniche”), sia per  identificare le varie funzioni che l’uomo antico conferì alle varie opere architettoniche, sepolcrali o anche semplici massi erratici incisi.
Questo si ottiene con la misura levogira, cioè muovendo la bacchetta verso sinistra davanti all’oggetto o nel luogo da identificare, rispetto all’operatore (vedi figura qui sotto),
Ma cos’è questa energia insolita che la bacchetta rileva? Probabilmente è da imputare a quella emissione fotonica ultradebole che si instaura tra i campi elettromagnetici e le strutture interne del sistema (uomo) e i campi elettromagnetici misurabili al di fuori di esso (luogo), scoperta dal fisico Popp. In pratica,  se trovo una misura di 4000 rotazioni da destra verso sinistra all’interno del tempio di Giunone a Selinunte, dove si celebravano in suo onore i matrimoni, la funzione corrispondente alla misura è “SPOSARE”

Stessa funzione riscontrata proprio nel disegno della nicchia.  La conclusione fu  quindi che nella chiesa si celebravano matrimoni….


Le iniziazioni e la Chiesa di San Rocco

Quello che ci colpì appena entrati nella chiesa, fu non solo la potente carica energetica, ma la bacchetta che avevo in mano volò via, come spinta da una forza misteriosa…Questo era successo perché il punto da lei misurato era così potente che le rotazioni per misurarne effettivamente l’intensità non stavano al passo dal momento che l’uomo, l’operatore non aveva dato a ogni rotazione prima della misura una unità adeguata all’energia del luogo.
Infatti il punto misurato si trovava sulla confluenza di linee di energia, dove probabilmente mettevano l’iniziato.
Come si evince dal disegno, c’è una sincronica che attraversa tutta la chiesa nel suo asse maggiore della lunghezza, rimbalza su un masso con quarzite che si trova di fronte al portale e si divide in altre 2 sincroniche..
Dal disegno e dalla parte opposta partono altre 2 sincroniche che si incontrano poco sopra un altare di pietra (riportato in tempi moderni dagli Alpini che hanno contribuito al restauro della chiesa (1997)). Secondo le nostre ipotesi, in questo punto di incrocio, arriva una linea cosmica dal cielo, che rispetto all’epoca medievale (gli affreschi son stati datati 1400 circa) ora è spostata oltre il punto di incrocio per effetto degli tzunami accaduti di recente: l’asse terrestre si è spostato di pochi gradi, ma sufficienti per spostare anche queste linee.

Nei  punti di incroci con cosmica di 2 o più sincroniche mettevano l’iniziato ai vari compiti, fin dai tempi della preistoria, perché  in questi punti si sviluppa un’energia positiva potentissima che
lo faceva andare in trance, anche aiutato da erbe allucinogene da parte degli shamani (nel medioevo usavano l’antimonio, fatto annusare o bevuto: nostre ricerche hanno dimostrato che in un famoso trattato francese di omeopatia, ne viene riportato l’impiego in diluizione omeopatica nei malati terminali, per favorire il passaggio nell’aldilà….), e vedeva come in un film, tutto quello che l’attendeva: quando tornava dal “viaggio” capiva se era pronto o meno al nobile incarico.
Ma chi è che organizzava in questa chiesa tali rituali e perchè?


L’investitura Templare e la Chiesa di San Rocco

Anni fa, in occasione di una conferenza a Montalto ,il Prof Calzolari, insigne archeoastronomo e esperto di Templari, visitò con noi la chiesa e dall’analisi dei simboli di cui gli affreschi sono ricchi, ne dedusse che  erano per lo più neotemplari, (dal momento che gli storici li hanno datati a un’epoca in cui i Templari erano ormai dispersi), ma che era possibile che in tempi antecedenti venisse  praticato un rito di iniziazione che consisteva nell’investitura e l’ingresso nell’Ordine.
Quindi, dopo aver “vissuto” in trance  i 3 voti (obbedienza, castità,ecc) applicati nella vita pratica, il futuro Templare tornava dal “viaggio” e se si dichiarava pronto, veniva investito ufficialmente dal Grande Maestro.
Ma la conferma di tutto ciò arrivò quando col Prof Calzolari entrai in una stalla nel paesino di Porciorasco, nell’entroterra ligure, dove risultò all’interno un punto di iniziazione, su confluenza di 3 sincroniche, e sulla porta un simbolo scolpito squisitamente templare, molto diffuso nel Mesoamerica, soprattutto il Guatemala, denominato “sole americano”,
E’ storia ormai acquisita e confermata che i Templari andavano con le loro navi là per importare l’argento, commercio che spiega anche la loro immensa ricchezza.

Pertanto la funzione di questo “sole americano” era identica a quella misurata sul disegno della nicchia ed è SPOSARE, UNIRE IN LEGAME INDISSOLUBILE; riverificammo quindi che l’unione non è con una persona, ma con un Ordine, “sposare una causa” come diremmo oggi.
In entrambi i luoghi avvenivano investiture templari sfruttando le linee di forza e la geomantica del territorio.

I Templari e la Chiesa di San Rocco

Ma i misteri non sono finiti: altre simbologie insolite ci portano alla spiritualità dei Templari.
In un affresco ritroviamo la Lactatio Mariae, ovvero la Madonna del latte, Madonna che schizza il latte quale rappresentazione della conversione di san Bernardo di Chiaravalle, sostenitore spirituale dei Templari ed autore della regola dell’Ordine, nobile francese di formazione druidica. Un giorno, passando davanti all’effige di una Madonna del latte le chiese: “Ma tu sei davvero madre?” ed essa le schizzò del latte in viso. Inoltre è visibile la croce sul pomo sorretto dal Bambin Gesù in braccio a san Cristoforo e corrisponde alla croce peduncolata templare.

Lo stesso san Cristoforo era caro ai Templari che lo consideravano protettore contro gli spiriti del male, oltre che protettore dei pellegrini insieme a san Rocco.

Questo é sant’Antonio Abate che sorregge il suo bastone a tau.

Si ritiene che il tau fosse stata la croce di Gesù crocifisso. E’ un antico simbolo di predestinazione divina che compare nell’Antico Testamento. Era la croce degli antichi Egizi che in essa vedevano un simbolo di vita futura. Secondo studi, i monaci antoniani appartenevano ad un’organizzazione ospitaliera templare, tantè che il tau è una delle croci adottate dai Templari.

Altro particolare importante sono le ferite su san Rocco. Il santo è raffigurato per tre volte negli affreschi della chiesa di san Rocco: il primo affresco mostra la ferita a sinistra; nel secondo (quello con la Madonna che schizza il latte)  è sempre sulla sinistra; nel terzo (quello col vescovo) è  a destra. Dal libro “L’enigma di Rennes le Chateau” di Giorgio Baietti sta scritto: “ ..nell’iconografia san Rocco mostra sempre la ferita sulla gamba sinistra, ma a Rennes le Chateau mostra la destra, un’anomalia che non ha riscontri nella tradizione cattolica. Il fatto della ferita a destra è riportato anche in un quadro “Immagine di san Rocco” dipinto nel xv secolo da Quentin Massys. Il motivo di tale inversione? Essenzialmente si possono dare due significati, entrambi molto accattivanti: l’inversione dei simboli è, insegna Guenon, alla base della controiniziazione. Rovesciando un’immagine si ricerca la sua specularità, il suo doppio e il suo contrario: se è il bene, allora si vuole il male! Un’altra risposta ce la offre la simbologia ebraica della Cabala, secondo la quale la gamba destra rappresenta la ricchezza.”
Altre fonti ritengono che la ferita sulla gamba destra sia Templare ed è presente anche nella raffigurazione del santo nella chiesa di Altare, nell’entroterra di Savona.
E’ indubbio che tutto questo complesso di simboli all’interno della chiesetta di san Rocco conferisce a tutto il luogo una valenza energetica non comune , adatta per meditazioni di gruppo o semplicemente per raccogliersi e “sentire” la Luce Divina.
Questa ricerca ha cambiato profondamente il nostro percorso spirituale, avvicinandosi  in un momento cruciale come questo a una fede ormai persa per strada.
La chiesa è aperta al pubblico durante le visite guidate ed in occasione di eventi teatrali e culturali. Studi e ricerche sono condotte dall’Associazione storico-culturale LUCI di Montalto Dora, approdate alla stesura di una dispensa e del romanzo storico “Atanor password templare sentiero dell’anima”.
Per informazioni: Associazione Luci 0125 650387 –  3393271990 –  assluci@libero.it

 Gli Autori

Banchelli Luciana  si occupa da alcuni anni di ricerca storica di Montalto Dora (To), suo paese di nascita e residenza dove ha fondato l’Associazione culturale “Luci”, dedita alla valorizzazione del territorio e all’organizzazione di conferenze, gite didattiche e rappresentazioni teatrali. La toponomastica e la rilevazione di incisioni rupestri l’affascinano quanto il mondo antico. Versatile anche nella pittura, ha creato una tecnica innovativa che la contraddistingue, esponendo presso i più rappresentativi e prestigiosi Enti artistici.

Di Benedetto Vincenzo, 62 anni, vive a Borgofranco d’Ivrea (To) e lavora dall’82 ad Ivrea come medico di Base. E’ esperto di Shiatsu, Medicina Naturale, Rei-Ki, Massaggio Metamorfico,Medianità. Il suo maggior hobby è la radioestesia applicata all’archeologia per mezzo della quale incomincia un percorso individuale di ricerca, misurando l’energia di siti archeologici nei boschi del Canavese, alle Canarie, in Messico e Grecia, e creando una mappa di dati identificativi inerenti alle loro funzioni di utilizzo da parte dell’uomo antico. Con Enrico Calzolari, archeoastronomo ed esperto di Templarismo, attualmente svolge una ricerca sui simboli templari e sui siti complessi della Liguria. E’ inoltre autore di diversi articoli di archeologia, pubblicati nei siti  più cliccati (Vedi su www.liberamenteservo.it). Ha pubblicato con la Banchelli il primo romanzo scritto col metodo dell’Archeologia Rabdomantica “Lorelleth: L’Energia dell’Eternità”, ricerca su villaggi celtici di Montalto Dora, disponibile  anche come e-book su Amazon. Entrambi pubblicano nel 2007 il secondo romanzo, centrato sul Mistero del Disegno della Nicchia. “Atanor, Password templare-Sentiero dell’Anima”