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MANERBA DEL GARDA (BS) - CHIESA DI SAN SIVINO
IL PATTO CON IL DIAVOLO



articolo di Isabella Dalla Vecchia - info@luoghimisteriosi.it
fotografie, fonti informazioni Armando Bellelli e Marco Bertagna

I capitoli di questa scheda sono:
La leggenda del patto con il diavolo
L'ipotesi della presenza pagana

La leggenda del patto con il diavolo

Isolata sul promontorio di S. Sivino, questa chiesetta si trova affacciata sul Lago di Garda, anche se di essa rimane ben poco, essendo ormai in rovina. Forse è stata abbandonata volutamente perché sul muro esterno ancora oggi si intravvede il segno di un macabro patto con il diavolo. Esso è inciso su una formella posizionata sulla parete sud della chiesetta ed è legato ad una leggenda che narra di un fatto avvenuto nel 1200.  Si narra che un mugnaio avesse così tanto lavoro da macinare il grano per metà della popolazione del territorio. Un evento naturale però gli fece mancare improvvisamente l’acqua al suo mulino, così da non aver più possibilità di macinare il grano.


La pietra del "patto con il diavolo"

Pregò San Sivino con tutte le sue poche forze, ma non avendone risposta, si rivolse al demonio che si presentò prima in veste di frate, poi di nobile cavaliere che gli offrì un vero e proprio contratto, firmando il quale avrebbe riavuto lavoro e ricchezza in cambio della sua anima dopo la morte. Il mugnaio accettò e siglò il patto che venne impresso sulla pietra sulla parete del mulino, l’uomo con l’impronta della mano e il demonio con quella del piede (segni tutt’ora visibili). Da quel giorno gli affari raddoppiarono a tal punto che dovette aggiungere un’altra ruota al suo mulino. Il tempo trascorse e giunse la vecchiaia e con essa la paura di doversi, da lì a poco, consegnarsi al diavolo.

Si affidò a un prete (vero questa volta) a cui confessò questo orribile gesto. Si pentì e promise di regalare tutto il suo denaro e il mulino alla Chiesa, gesto con cui ottenne un insperato perdono divino. Il prete esorcizzò la pietra che riportava il patto e lo spezzò imprimendo una croce tra le due orme. Il diavolo che aveva atteso un’intera vita umana per avere il suo pagamento si inferocì, distruggendo la casa del mugnaio e trasformando il denaro in cumuli di paglia. Ma quel che conta è che l’uomo era salvo capendo più che mai, che il denaro aveva lo stesso valore delle foglie secche in cui era stato mutato.

L'ipotesi della presenza pagana

La chiesa è a navata unica con campate che reggono archi a tutto sesto ed è la più antica di Manerba del Garda. Il fatto che sia in rovina e abbandonata a se stessa fa male non solo all’appartenenza storica del territorio, ma anche al lato enigmatico che questo luogo può evocare. Non è facile trovare, anche solo a titolo di leggenda, un patto con il diavolo inciso sulla pietra, che solo a nominarlo suscita timore e curiosità. La chiesa di San Sivino è stata riscoperta da Armando Bellelli e Marco Bertagna, due appassionati che visitandola e documentandola testimoniano l’interesse che potrebbe avere per molti altri ricercatori. Hanno dedotto una loro personale ipotesi a riguardo della pietra, essa riporterebbe simboli pagani recuperati ed esorcizzati con una croce.

Di seguito la loro deduzione sull'origine della pietra: "Tutto l'arco alpino (Val Camonica, Val Saviore etc.) e prealpino è costellata di impronte,più o meno delineate,di piedi e mani scolpite nella roccia.Esse nascondono un significativa importanza sacrale: esse rappresentavano per gli uomini antichi la presa di possesso del luogo da parte della divinità, che lì era presente in tutta la sua potenza. Il luogo contrassegnato quindi da tali figure era una luogo sacro, meritevole di devozione e assolutamente da non profanare, per non scatenare l'ira del Dio.


Marco Bertagna e Armando Bellelli

Il cristianesimo, che nelle nostre zone ha cominciato a diffondersi verso il IV sec. incontrando spesso forti resistenze da parte dei pagani, per poter attecchire tra la popolazione comincia una massiccia opera di "cristianizzazione ed esorcismo" di quelle  impronte cui vengono tributati onori divini: diventano quindi le impronte della Madonna o del tal Santo,per spostare la venerazione su attributi cristiani, oppure diventano le impronte del Diavole, per bloccare la venerazione del tutto.
La pietra del Patto col Diavolo di San Sivino rientra nel secondo caso...Sappiamo che nell'intera zona di Manerba vi erano templi e santuari antichi di varie epoche,in zona Rocca e addirittura un semicerchio di pietre sommerso presso la spiaggia del gabbiano,non lontana da San Sivino.
Non si può quindi ecludere che, in tempi remoti, anche sul promontorio di San Sivino vi fosse un tempio, a cui la chiesetta si sostituì.. e per coprire e scoraggiare gli antichi culti, venne tramandata la leggenda del patto col principe delle tenebre
".


Armando Bellelli

Impronte di piedi sui muri delle chiese possono essere individuate in diverse parti d’Italia, venivano realizzate dai pellegrini ad indicare il loro di passaggio, come una sorta di firma. Ciò che ci affascina resta comunque la leggenda che unita ad altri avvenimenti oscuri che avvenivano nel passato qui, tra questi monti, ci introduce in un mondo surreale, a metà tra il bene e il male. Oggi il male purtroppo è il degrado, l’abbandono, la perdita progressiva di un bene così prezioso che noi, paladini del bene del XXI secolo dobbiamo poter difendere con tutte le nostre forze.

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Difficile da raggiungere, si trova in un terreno privato circondato da numerosi residence. Per info contattare Armando Bellelli e Marco Bertagna -
armando.bellelli@gmail.com

articolo di Isabella Dalla Vecchia - info@luoghimisteriosi.it
fotografie, fonti informazioni Armando Bellelli e Marco Bertagna -
armando.bellelli@gmail.com


 



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