Rovegno (GE) / Terribili sono stati infatti gli episodi qui accaduti, del cui ricordo sono pregne le vecchie mura rovinate e il bosco circostante, momenti avvenuti durante uno dei periodi più neri del nostro paese: la seconda guerra mondiale.
LA COLONIA DEGLI ORRORI
ARTICOLO / Isabella Dalla Vecchia e Sergio Succu
INDAGINI SUL LUOGO DEL GRUPPO EPAS
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CATEGORIE
2 guerra mondiale
Edifici infestati
Italia abbandonata
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Questo luogo, ormai decadente, viene chiamato la “Colonia degli orrori”, un nome che non trasmette nulla di buono. Terribili sono stati infatti gli episodi qui accaduti, del cui ricordo sono pregne le vecchie mura rovinate e il bosco circostante, momenti avvenuti durante uno dei periodi più neri del nostro paese: la seconda guerra mondiale.
Fu colonia estiva progettata dall’ingegnere Camillo Nardi Greco tra il 1933 e il 1934. All’epoca del fascismo, c’era un po’ la moda delle colonie estive, come luoghi di formazione, sport, benessere fisico ed educazione dei giovani, finanziate dal Partito Nazionale Fascista per prevenire e curare le malattie, tra cui la tubercolosi. Ed infatti questa colonia aveva un’ampia zona riservata ad infermieria.
Di Sidvics – Opera propria, CC BY-SA 3.0
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Qui ci si disintossicava attraverso cure elioterapiche e ginnastica mirata dal forte inquinamento del porto genovese, perché proprio da Genova proveniva la maggior parte dei ragazzi. Il soggiorno e perfino il viaggio erano gratuiti, perché la salute era un diritto (purtroppo non proprio per tutti). Ospitava 500, adempiendo al suo dovere, sempre e costantemente fino al settembre del 1942, dalla cui data venne riutilizzata come casa per lo sfollamento dei ragazzi genovesi riservando una parte anche alla scuola e all’istruzione. Si dormiva e si studiava sui comodini che fungevano da banchi.
Dall’8 settembre 1943 venne occupata dai partigiani perché l’isolamento della struttura si prestava a nascondere i gruppi di ribelli che la ribattezzarono “Sesta Zona Liguria”.
Essendo un edificio molto grande, molti ambienti risultavano disabitati e vennero così reimpiegati come prigione di militari tedeschi e fascisti, da cui era difficile se non impossibile fuggire o essere salvati.
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E da qui il nome di “Colonia degli Orrori”, sì perché arrivò il macabro momento che investì un lungo periodo, dal dicembre del 1944 all’aprile 1945, in cui prigionieri e civili vennero fucilati e i loro corpi abbandonati in fosse attorno alla struttura. Episodi di profondo disagio e tristezza, narrati anche nel racconto “Il bambino che guardava le donne” di Giampaolo Pansa, in cui un bambino di 11 anni dal nome di Giuseppe, vive le sue prime pulsioni sessuali con una donna del doppio della sua età, Carmen fascista e ausiliaria nell’esercito di Salò. Una donna che però ama Attilio studente di chimica ebreo e ex partigiano con cui vivrà una difficile se non impossibile relazione.
Insomma questa volta sono i partigiani ad avere la meglio sostenuti dalla colonia stessa, che gli dava un grande sostegno. Qui non avevano nulla da temere, protetti da questo grande tempio inespugnabile.
Di Sidvics – Opera propria, CC BY-SA 3.0
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Questo anche il 13 marzo 1945, quando i partigiani accerchiarono un esercito della Turkistanische Legion e della II Brigata Nera “Attilio Prato” di Alessandria guidata dal colonnello Celeste Gianelli che chiese una pacifica resa. Purtroppo in guerra non ci sono buoni e cattivi e i militari tedeschi vennero condotti alla colonia di Rovegno e fucilati, 40 alle grotte di Rovegno e 39 a Cravasco. Fu una sorta di vendetta nei confronti di una inutile strage avvenuta proprio a Cravasco, quando i tedeschi uccisero 20 prigionieri politici, come rappresaglia per 9 tedeschi uccisi dai partigiani.
Insomma stragi da entrambi gli schieramenti che non bisogna mai dimenticare. Di sicuro è impossibile farlo qui, a Rovegno, in un edificio ancora abitato da queste anime uccise violentemente, rimaste qui per tanti anni accanto ai proprio corpi martoriati.
E anche se questo luogo è ormai in rovina, campeggia l’eterna lapide che ricorda questi fatti con queste parole: « Da questa colonia divenuta la loro prigione non fecero ritorno 129 militari e civili della R.S.I. e 31 soldati tedeschi, molti altri ancora riposano per sempre tra questi boschi senza croce. Per loro e per chi li attese oltre ogni speranza una preghiera. Rovegno 22 marzo – 30 aprile 1945 »
Di Sidvics – Opera propria, CC BY-SA 3.0
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Nessuno può essere definito “buono” o “cattivo”, tutti sono stati inevitabilmente coinvolti in una folle guerra in cui non era possibile guardare guardare in faccia a nessuno.
La colonia dopo la guerra venne utilizzata per un certo tempo dai salesiani ma fu poi abbandonata, forse perchè troppo grande e difficile da gestire (l’area è di 1800 m²).
Tale serie di morti tragiche ha portato ovviamente a pensare alla possibile presenza di fantasmi che vivono in questo luogo. La morte violenta tende a non far allontanare lo spirito dal proprio corpo che rimane legato ancora alla vita terrena. E’ una dimensione di mezzo, tra i vivi e l’aldilà vero e proprio, che l’anima, non avendo terminato il suo cammino in vita, rischia di restarne imprigionata e difficilmente riesce ad allontanarsi. Soprattutto se è presente il proprio corpo che in molte culture del passato veniva bruciato per permettere all’anima di andare via, mentre gli egizi lo conservavano proprio per permettere all’anima di tornare sulla terra e usufruire dei ricchi beni che venivano lasciati nella tomba.
Ma il Faraone (non per nulla veniva mummificato solo lui) sapeva come andare e ritornare, in seguito ad una morte non violenta, officiata con rituali come l’apertura della bocca che permetteva all’anima di abbandonare il corpo e tornare in tutta sicurezza.
Presenza di fantasmi?
di EPAS – http://www.epaspiacenza.it
La presenza di fantasmi è stata inoltre avvalorata da alcune ricerche dell’associazione EPAS (sezione Piacenza) dell’istituto Nazionale di ricerca e studio dei Fenomeni Paranormali che con moderne strumentazioni, ha effettuato indagini e rilevazioni sul posto.
Marcello CHICHINATO con i membri del Team Daniele GRILLI Camera-men e vicepresidente , Riccardo BALESTRI secondo video operatore e ricercatore, D’ERRICO Filippo video operatore addetto alle telecamere infrarossi e UV, Marco DELLI BERGOLI fotografo e ricercatore. FERRONATO Alessandro tecnico addetto alle strumentazioni hanno potuto rilevare eventi anomali tra cui episodi di distorsione del campo magnetico, alcuni spiegabili altri no, diversi scompensi nelle batterie delle strumentazioni che nonostante fossero a piena carica e nuove si sono esaurite improvvisamente (batteria da 10000 Amph garantita a piena carica per durare almeno 5 ore si è scaricata dopo solo pochi minuti di utilizzo), 2 griglie laser su 3 non sono state in grado di accendersi in alcun modo mentre una volta rientrati hanno ripreso a funzionare e sono risultate con il tester a piena carica. Il tutto potrebbe essere spiegato da un forte campo elettromagnetico naturale, anche se non si spiega una tale reazione anomala di tutti gli strumenti.
Arthur Conan Doyle scrisse dando voce al suo geniale personaggio “Eliminato l’impossibile, ciò che resta, per improbabile che sia, deve essere la verità.”