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INTERVISTA A PAOLO FRANCESCHETTI

A cura di Simone Leoni

Moltissimo tempo fa mentre il programma Mistero cavalcava la cresta dell'onda sulle reti televisive, ricordo una puntata dove andò in onda un'intervista a un avvocato che ha raccontato una serie di ipotesi inerenti ad alcuni efferati omicidi e un collegamento con una società segreta. Rimasi incuriosito e lo contattai per strappargli un'intervista per la nota rivista XTimes, ma non solo, ebbi modo infatti di conoscerlo di persona durante un convegno sul tema Rennes Le Château a Roma. Ora dopo molto tempo, ho deciso di nuovo di ricontattarlo per far conoscere ai nostri lettori una confraternita molto antica e molto misteriosa, così misteriosa che dare un'origine certa, è praticamente impossibile. Quello che incuriosisce di questa società è soprattutto la loro dottrina, il simbolismo e la loro visione sulla vita sotto l'aspetto del miglioramento del genere umano.

 

Simone Leoni: Signor Franceschetti la ringrazio intanto per essersi prestato a questa intervista. Può dire ai nostri lettori che non la conoscono, chi è Paolo Franceschetti?


Paolo Franceschetti: Sono un ex avvocato, che per alcuni anni, oltre alla docenza in materie giuridiche, si è occupato di delitti. Oggi ho cambiato completamente vita, mi occupo di astrologia e tarocchi e non tornerei alla vita di prima neanche se mi coprissero d’oro.

  

Simone Leoni: Il suo percorso di studi l'ha spinta a interessarsi della confraternita dei Rosacroce, oppure è stata una cosa inaspettata.


Paolo Franceschetti:
Non è stato il mio percorso di studi, ma la mia esperienza professionale. Mi ero accorto che in alcuni delitti di cui mi occupavo, ricorrevano sempre le stesse costanti. Confrontando questi delitti con altri delitti italiani, ho riscontrato la presenza delle stesse costanti: mancanza dell’arma del delitto; mancanza di moventi; testimoni regolarmente inattendibili; assassini assolutamente privi della capacità non solo di uccidere, ma anche di programmare delitti così efferati, ecc. A quel punto sono risalito ad alcune confraternite esoteriche, tra cui l’Ordine della Rosa Rossa, e ho dovuto studiarne l’origine, di matrice rosacrociana. Ovviamente si tratta di una deviazione dal vero percorso dei rosacroce.


Simone Leoni: Christian Rosenkreuz è personaggio chiave, il fondatore di questa confraternita. Tracce storiche di questo personaggio ci sono? E perché per alcuni esperti è solo una figura mitologica?

 

Paolo Franceschetti: Tracce storiche, ufficialmente, non ce ne sono.

 

Simone Leoni: Il credo Rosacrociano si rifà a qualche antica corrente gnostica?

 

Paolo Franceschetti: I Rosacroce credono che la sapienza sia unica, e che non esistono più religioni differenti, perché ciascuna è solo un pezzetto della verità.

 

Simone Leoni: In passate discussioni io e lei abbiamo potuto parlare, anche se non in maniera dettagliata, sulla possibilità che alcuni personaggi storici del calibro di Dante Alighieri o Nostradamus, fossero profondi conoscitori della dottrina Rosacrociana, se non addirittura grandi iniziati. Ci sono stati altri personaggi storici che hanno attinto da questa dottrina?


Paolo Franceschetti:
I rosacroce, dichiaratamente tali, sono molti. Jacob Bohme, Paracelso, Robert Fludd, Rudolf Steiner, in tempi più recenti Yogananda, ma poi possiamo citare Ghandi, e molti altri importanti personaggi storici.

 

Simone Leoni: Esattamente dove venne fondato l'ordine?


Paolo Franceschetti: Non si sa dove venne fondato l’ordine (ci sono varie teorie al riguardo) e non si sa neanche quando (chi dice nel 1407 da Cristian Rosenkreuz, chi nel 45 d.C., chi in altre epoche).

 

Simone Leoni: Leggendo il saggio di Max Heindel ho apprezzato alcuni punti che reputo molto interessanti, sia per quanto riguarda il tema della reincarnazione, sia per quanto riguarda un tema legato alla riproduzione. Intanto partiamo con il tema della reincarnazione. Cosa ci può dire in merito?


Paolo Franceschetti:
Ci sarebbero tante cose da dire. Possiamo dire senz’altro che la religione cattolica è l’unica a non ammettere la reincarnazione, che è ammessa praticamente da tutte le religioni e le correnti spirituali, comprese quelle cristiane esoteriche. Inoltre la reincarnazione non è una teoria, ma una realtà, che molti sperimentano (regredendo alle vite passate, o semplicemente ricordando dal nulla lingue straniere, o ricevendo informazioni che poi si rivelano esatte...). Basti pensare che ogni Dalai Lama, ad esempio, è la reincarnazione del precedente; e per poter affermare questo ci vogliono numerose prove, che non lasciano poi spazio a dubbi.

 

Simone Leoni: Nel testo di Heindel sembra che tutto il processo di nascita, morte e rinascita, sia in qualche modo collegato ai pianeti del sistema solare. Ovviamente la chiave di lettura per comprendere queste informazioni è inaccessibile. Cosa pensa possa significare?


Paolo Franceschetti:
Significa molto semplicemente che ogni pianeta è un vero e proprio essere vivente. E tali pianeti influenzano le vite umane. Non a caso ogni pianeta in passato era considerato un vero e proprio dio. Abbiamo perso queste conoscenze, ma, per chi pratica l’astrologia, come me, questa cosa è un fatto acclarato: ogni pianeta, come un dio, porta delle conseguenze sulla vita di noi esseri umani (ma di tutto il pianeta in realtà).

 

Simone Leoni: Il tema della reincarnazione non è una prerogativa dei Rosacroce, ci sono altre dottrine in cui si parla di questo affascinante fenomeno, tra cui anche la religione Buddista. Sono del tutto allineate come pensiero? Oppure esistono pensieri discordanti?


Paolo Franceschetti:
In realtà ci sono delle piccole differenze. C’è chi dice che un uomo non può reincarnarsi in un animale, ad es, o in una pietra; c’è chi indica delle tempistiche (non ci si può reincarnare prima di tot anni, ad es.) ma complessivamente non ci sono grandi differenze. Una grossa differenza è tra coloro che pensano che l’anima possa reincarnarsi completamente, e chi ritiene che alla morte l’energia della persona si disperda, potendo andare ad influenzare le vite di più persone. Ma entrambe le tesi potrebbero essere vere.

 

Simone Leoni: è interessante notare (e devo ammettere che io stesso non ne ero a conoscenza) che nel mondo Ebraico esiste una corrente di pensiero legata alla Kabbalah, in cui si crede nella reincarnazione, tant'è vero che Rabbi Avraham Arieh Trugman, 3 anni fa scrisse un libro intitolato "Ritorna ancora. Le dinamiche della reincarnazione" edizione Psiche2. Le chiedo, secondo lei come mai nell'ebraismo che è, se si può dire, all'origine del culto cristiano, accetta questa credenza mentre il cattolicesimo no?


Paolo Franceschetti:
In realtà non tutte le correnti dell’ebraismo la accettano. La differenza rispetto a ciò cui siamo abituati noi è che le varie correnti non si fanno la guerra a vicenda, rispettano il pensiero altrui, e nei secoli non hanno mai bruciato gli eretici o fatto guerre fratricide solo perché qualcuno la pensava diversamente, come invece ha fatto la Chiesa cattolica.

 

Simone Leoni: Un passo evangelico potrebbe far pensare a tale credenza, e mi riferisco al passo quando Gesù parlando ai discepoli del Battista disse loro che egli era l'Elia, ma non fu riconosciuto. Può avere altri significati questo passo evangelico?


Paolo Franceschetti:
In realtà nei vangeli sinottici e in quelli apocrifi ci sono diversi passi che non possono essere spiegati se non con la dottrina della reincarnazione.

 

Simone Leoni: Per quanto riguarda la questione che accennavo prima sulla riproduzione, secondo Heindel l'atto sessuale dovrebbe compiersi solo per la creazione di nuovi esseri, e non per dare sfogo agli impulsi fisici. Anche la Chiesa a quanto mi risulta è dello stesso pensiero, anche la Bibbia stessa lo dice. Allora come mai secondo lei l'ideologia Rosacrociana non è compatibile con il dogma cattolico?


Paolo Franceschetti:
Il pensiero Rosacrociano è molto più complesso di questo e l’incompatibilità col cattolicesimo deriva da molte altre cose. I rosacroce credono nella reincarnazione, nel rispetto di tutte le fedi, nella magia, nell’immanenza di Dio, nel rispetto di tutti gli esseri viventi a pari livello, e vedono i pianeti come esseri viventi, non come una cosa immobile e statica, che può essere conquistata e trattata come un oggetto. La loro sapienza si rifà alla tradizione Cristiana ma anche alla Cabala, all’alchimia, ai Tarocchi e alle dottrine orientali induiste e buddiste.

 

Simone Leoni: I Rosacroce come mai utilizzavano e utilizzano appunto una rosa e una croce per identificarsi? Ci può spiegare la simbologia di questi due elementi nella loro totale purezza?


Paolo Franceschetti:
La simbologia della rosa e della croce è molto complessa e può essere letta a diversi livelli. La simbologia più evidente è quella della croce che rappresenta l’unione della materia con lo spirito; la rosa rappresenta la purezza dello spirito che si raggiunge quando questi due elementi si uniscono. Ma la rosa rappresenta anche il Cristo crocifisso (la rosa rossa come il sangue).

 

Simone Leoni: Cosa sa dirci dei manifesti Rosacrociani? Chi era Johannes Valentinus Andreae?


Paolo Franceschetti:
I rosacroce, con questo nome e come organizzazione autonoma, entrano sul palcoscenico del mondo nel 1614. Prima di allora nessuno ne aveva mai sentito parlare né aveva mai sospettato la loro esistenza. In quell’anno, a Kassel, in Germania, vennero pubblicati i primi manifesti Rosacrociani: la Fama Fraternitas, e la “Riforma generale e universale del mondo intero”. L’organizzazione, cioè esce per la prima volta allo scoperto in un modo singolare e destinato a produrre un forte dibattito che durerà in tutti i secoli successivi e che ancora oggi non è del tutto sopito. In questi manifesti in sostanza essi annunciano al mondo la loro esistenza, che prima era mantenuta segreta. Essi sostengono di essere stati fondati da Christian Rosenkreutz, che sarebbe nato in Germania nel 1378 e sarebbe morto a 106 anni, nel 1484; sostengono di avere il dono dell’invisibilità e di poter parlare tutte le lingue. Invitano chi vuole aderire alla loro confraternita a manifestare la loro intenzione, ma affermano che chi vuole diventare dei loro non deve cercarli; saranno loro a trovare il nuovo adepto, qualora lo considerino degno. Essi hanno un piano di riforma universale, politica, religiosa ed artistica il cui fine è il miglioramento del mondo intero. Nel manifesto rosacrociano compaiono alcune delle loro regole base: – Curare i malati senza compenso – Adattarsi agli usi e costumi e modo di vestire del paese in cui si trovano – Adottare la sigla RC per le associazioni che essi fonderanno (o anche CR). Il loro simbolo è una rosa rossa, incastonata su una croce d’oro. Sotto alla Croce compare un pellicano che dà da mangiare ai suoi piccoli.

 

Simone Leoni: Tornando sul tema della reincarnazione, stavo vedendo un dibattito tra l'ormai defunta Margherita Hack e un Monsignore, durante il quale l'astrofisica dichiarò riguardo la morte: "Le mie molecole svolazzeranno per l'aria e serviranno per fare altre cose". Frase di chiara natura scientifica ma anche cabalistica. Giusto?


Paolo Franceschetti:
E’ una frase che sottintende quella seconda opzione della teoria delle reincarnazione cui ho accennato prima.

 

Simone Leoni: Ha qualcosa da dire ai nostri lettori?


Paolo Franceschetti:
Nulla. Se non che mi ha fatto piacere ritrovarti. La prima intervista da parte di una rivista ufficiale, per me fu quella che apparve su X Times, e che mi facesti tu anni fa. Poi ne seguirono molte altre. Ti mando un abbraccio.

 

 



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