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INTERVISTA A CLAUDIO FOTI

A cura di Simone Leoni

Nella filmologia degli ultimi anni, quante volte abbiamo visto pellicole che narrano di luoghi maledetti e di opere letterarie proibite in grado di risvegliare il male assoluto? Tante. Ma ció che a volte vediamo nei film sono storie basate veramente su qualcosa di vero, almeno in parte. Chi non ha mai visto la Casa di Sam Raimi? Ebbene l'oscuro testo Necronomicon esiste veramente o è solo una finzione? Questo libro è stato scritto da Howard Phillips Lovecraft, nato a Providence nel 1890 e morto nello stesso luogo nel 1937.  Romanziere e poeta, sembra che ad un certo punto della sua infanzia si interessó all'astrologia. La sua vita sembra essere stata travagliata da spiacevoli eventi ( vedasi wikipedia alla voce H. P Lovecraft) e da incubi notturni. Possibile che tutto ció abbia scaturito nello scrittore la voglia  di scrivere un racconto horror, basato su ció che lui viveva sia nella realtà che nel subconscio? Oppure c'è un' altra verità? Cosa si cela dietro questo scritto  da considerarlo maledetto? È vero che è scritto su pelle umana e con il sangue? Cerchiamo di far chiarezza su questo enigmatico testo grazie allo studioso e ricercatore Claudio Foti.

 

Simone Leoni: dott. Foti lei è un ricercatore, saggista e romanziere. Si è occupato nella  sua carriera di alcune tematiche delle quali poi avremo modo di parlare nelle prossime interviste, ma oggi siamo qui per parlare di un testo considerato da alcuni un puro romanzo horror, per altri, invece è un testo maledetto capace di evocare esseri demoniaci chiamati "Gli antichi", stiamo parlando del Necronomicon. Il suo parere in merito?

 
Claudio Foti: Il Necronomicon lo pseudobiblion più famoso del mondo. Lo chiarisco subito: secondo me il testo magico che risponde a questo nome è frutto della grande fantasia di Howard  Phillips Lovecraft.

  

Simone Leoni: Sembra che fù H. P. Lovecraft a creare questa opera. È vero che lo scrittore aveva una fervida immaginazione, considerato che era uno scrittore di romanzi horror, ma, come ci riporta wikipedia alla voce Lovecraft, sembra che in tutti i suoi scritti egli, facesse un preciso riferimento ad un sapere proibito. Secondo lei é solo un modo per rendere i suoi racconti più credibili, oppure dietro si cela la verità?

 

Claudio Foti: Questa è la madre di tutte le domande. Da decenni studiosi di Lovecraft, della letteratura americana, della letteratura horror, occultisti ed esoteristi cercano di dare una risposta a questa domanda. È difficile rispondere perché se è vero che nei testi di Lovecraft c’è sempre un qualche riferimento a saperi proibiti è anche vero che lo stesso Lovecraft si documentava moltissimo prima di scrivere alcunché. Come ogni romanziere che si rispetti dovrebbe fare. Sicuramente i racconti di Lovecraft sono credibili dal punto di vista esoterico e alcuni sembrano davvero qualcosa in più di quel che sono.
Quello che posso dire per certo è che Lovecraft venne in contatto con depositari delle tradizioni del Massachussets, con occultisti ed esoteristi e perfino con una strega di Boston.


Simone Leoni: Di Lovecraft si sà ben poco. So che lei ha scritto qualcosa in merito. Romanzo o saggio?

 

Claudio Foti: Moltissimi studi sono stati fatti su H.P. Lovecraft alcuni sono corretti, altri meno. Da decenni mi occupo di questo straordinario scrittore delle sue opere e della sua vita. Ho avuto l’onore di pubblicare miei articoli nel Lovecraft Annual, pubblicazione inglese curata dalla massima autorità vivente su Lovecraft S. T. Joshi. Ho pubblicato tre saggi: Misteri & Curiosità di H.P. Lovecraft (in cui vengono spiegati molti dei misteri di Lovecraft); Il Necronomicon Mito & Leggenda (che ad oggi è lo studio più completo sul libro nero) e Il Colore Venuto dallo Spazio Annotato (che è un saggio interamente dedicato a questo racconto—ne è uscito da poco anche il film di R. Stanley—in cui analizzo tutto quanto ruota sulla storia corredato anche da preziose lettere di Lovecraft ancora inedite e tradotte in italiano); e un romanzo Il Travelogue di H.P. Lovecraft (in cui l’aspetto onirico e lo stesso Necronomicon la fanno da padrone) ah, dimenticavo, gestisco anche Il Richiamo di Lovecraft un blog tutto incentrato sul Sognatore di Providence: http://ilrichiamodilovecraft.blogspot.com/

 

Simone Leoni: Quanti Necronomicon esistono? Ce ne può dare una dettagliata analisi?

 

Claudio Foti: Gli occultisti sono sempre stati affascinati dal Necronomicon che rifiutano di considerare inventato. E come per soddisfare le loro aspettative un uomo di nome Simon nel 1977 ha scritto un libro intitolato The Necronomicon: The Book of Dead Names, usando una delle varie erronee derivazioni del termine greco… anche altri scrittori hanno pubblicato libri con lo stesso nome, anche se la maggior parte di questi sono considerate bufale intenzionali. Uno di questi, pubblicato dalla Owlswick Press nel 1976, sostiene di essere il testo originale arabo del tomo maledetto; ma in realtà consiste di tre pagine di scritto aramaico ripetute una dopo l’altra. L’artista H. R. Giger ha prodotto una spettacolare collezione di immagini con il titolo Necronomicon nel 1977. Immagini che due anni dopo diedero vita al film di fantascienza Alien e che sono fortemente Lovecraftiane. Il migliore dei falsi Necronomicon forse è quello prodotto da George Hay del 1978, con una splendida introduzione dotta di Colin Wilson… Nel 1941 un antiquario di New York, Philip Duchesne, mette in catalogo un facsimile del Necronomicon al prezzo di oltre novecento dollari e lo vendette in un battibaleno. Anche il Vaticano ricevette varie richieste per questo libro da coloro che credono che la Biblioteca dell’archivio segreto ne conservi una copia. Infatti, incredibilmente, il 7 febbraio 2007 in un articolo il giornale della Santa Sede, l’Osservatore Romano, fu costretto a precisare: «… il Necronomicon, una sorta di ‘libro dell’altro mondo’ che lo scrittore americano H.P. Lovecraft menzionò come fonte presunta dei suoi romanzi gotici. L’autore di un moderno lavoro apocrifo sostiene addirittura che egli ‘lo abbia trascritto’ da un ‘manoscritto nestoriano’ che la Biblioteca non ha mai posseduto.» Al contrario la biblioteca dell’università di Tromsø, in Norvegia annovera una versione tradotta del Necronomicon, attribuita a un certo Petrus de Dacia e pubblicata nel 1994, anche se il testo risulta sempre ‘indisponibile’.


Howard Phillips Lovecraft

 

Vedremo anche il già accennato Necronomicon di Simon che ha finora venduto oltre un milione di copie. Ma quasi tutti questi successivi Necronomicon sono completamente falsi. Per mero piacere di elencarli esistono: l’Al Azif di L. Sprague de Camp interamente scritto in Duriac, un oscuro linguaggio semitico associato al villaggio di Duria nel nord dell'Iraq. Il libro venne pubblicato nel 1973 con il titolo Al Azif (The Necronomicon) dalla Owlswick Press in un'edizione limitata di 348 copie.
Pochi anni dopo la pubblicazione dell’Al Azif, di de Camp, esce Necronomicon, The Book of Dead Names, pubblicato in Gran Bretagna da Neville Spearman nel 1978, ed è un evidente lavoro di gruppo: George Hay, con l’introduzione di Colin Wilson, le ricerche di Robert Turner e David Langford, e con appendici di L. Sprague de Camp, Christopher Frayling, e Angela Carter. Nell'introduzione del testo Wilson cita una dichiarazione di un certo dottor Hinterstoisser, il quale sostiene che questo non è un libro a sé stante, ma piuttosto parte di un lavoro più vasto.  Il Necronomicon non è opera di un solo uomo, Alhazred, ma una raccolta di materiale magico proveniente da Akkadia, Babilonia, Persia e Israele, probabilmente realizzata da Alkindi [Ya'kub ibn Ishak ibn Sabbah al-Kindi, che morì circa 850 dopo Cristo] e sembra contenere i resti di una tradizione magica pre-umana. Per maggiori informazioni su questo testo consiglio Il Necronomicon Miti & Leggende.
Lo stesso team compose anche il R'lyeh Text, che sembra proseguire e ampliare le informazioni contenute nel primo volume ma, è bene ribadire che nell’ampio corpus letterario e narrativo di Lovecraft non appaia mai il nome R’lyeh Text che fu inventato di sana pianta da August Derleth.
Tra i tanti Necronomicon o pseudo tali, apparve poi anche il Cultus Maleficarium, o il manoscritto del Sussex, pubblicato da un misterioso studioso dal nome di Fred L. Pelton come appendice al suo libro A Guide to the Cthulhu Cult del 1996. Si tratta di un testo meno noto da noi in Italia, ma non per questo meno interessante.
Eccoci al Necronomicon di Simon, un manoscritto sumero-babilonese che è stato acquistato da un mago noto solo come Simon nei primi anni settanta a Brooklyn Heights e che venne pubblicato per la prima volta da Schlangekraft, Inc. e Barnes Graphics, Inc. nel 1977.
Nel testo c’è una tabella di paragone tra i Miti di Cthulhu e la tradizione sumera, Simon fa un parallelismo convincente spiegando che le divinità primarie di Lovecraft sono basate divinità sumere antiche. Simon afferma di aver ricevuto il libro da un prete, di cui rifiuta di fare il nome, e che il testo era originariamente scritto in greco, e solo successivamente venne tradotto in inglese. Quasi trent'anni dopo la pubblicazione del suo Necronomicon, Simon ha deciso di arricchire la storia e offrire una spiegazione più completa per la genesi del testo magico. In Dead Names: The Dark History of the Necronomicon pubblicato nel 2006, Simon narra anche delle quattro persone chiave che hanno contribuito alla sua acquisizione del Necronomicon. Si tratta di Andrew Prazsky, uno pseudo-arcivescovo della chiesa ortodossa slava; Peter Levenda scrittore-occultista legato al vecchio Warlock Shop a Brooklyn Heights da cui emerse il manoscritto; Michael Hubak e Steven Capo, entrambi ladri di libri che avevano saccheggiato le biblioteche di mezzo mondo. La vicenda comincia quando, Simon e Levenda scoprono, nelle librerie colme di volumi esoterici a casa di Prazsky a Brooklyn Heights, un manoscritto in una scatola di cartone etichettata ‘the Necronomicon’. Il manoscritto è vergato in cirillico. Levenda riconobbe subito il titolo, poiché conosceva bene le opere di Lovecraft e quell’epoca Simon, che non aveva mai sentito parlare dello scrittore di Providence, non aveva la minima idea di cosa si trattasse. Simon reclutò due membri della sua congregazione che avevano familiarità con quella lingua per farlo tradurre. Nel corso del lavoro venne alla luce che molti degli incantesimi erano scritti in sumero e che il libro stesso era probabilmente un grimorio sumerico piuttosto che un libro greco-cirillico sulla magia. La traduzione del testo terminò solo nel 1974. Simon fece diverse copie del manoscritto, cosa che risultò essere una buona idea, visto che il manoscritto originale scomparve (triste e comune destino di questi grimori) quando Hubak e Capo furono arrestati per furto di libri rari. Poco dopo, Herman Slater, proprietario del Warlock Shop, si trasferì a Manhattan e cambiò nome del negozio in Magickal Childe. Simon lasciò una copia tradotta del Necronomicon a Slater per mostrare ai potenziali acquirenti il manoscritto e valutare se pubblicarlo o meno. Nel 1976, Simon incontrò Larry Barnes, un giovane tossicodipendente il cui padre era un noto editore. Barnes fu entusiasta del Necronomicon e convinse suo padre a formare una casa editrice apposita, la Schlangekraft Publishing, per pubblicare il libro in una speciale prima edizione limitata di 666 copie (questo numero si riferisce ad Aleister Crowley, la Bestia 666; Simon dedicò il libro il centesimo anniversario della nascita di Crowley nel 1975).


Howard Phillips Lovecraft

Vera magia o meno? Difficile che qualcuno possa ergersi a unico giudice riguardo artefatti appartenenti o meno ai Sumeri. Simon cita, a difesa della sua conoscenza della cultura sumera, il famoso studioso Michael Baigent, autore di From the Omens of Babylon: Astrology and Ancient Mesopotamia del 1994. Simon discute inoltre casi di cultura sumera che sopravvissero ai tempi moderni - la tribù Toda nell'India sudoccidentale e la setta Yezidi dell'Iraq settentrionale - e fornisce esempi delle pratiche culturali di questi popoli che rafforzano le sue conclusioni. Il più famoso dei maghi neri che hanno testato personalmente il Simon Necronomicon è Kenneth Grant. Anche il mago nero Konstantinos ammette che la versione del Necronomicon di Simon funziona; non mi sento di affermare cosa sia con certezza il Necronomicon di Simon, ma molti occultisti lo ritengono un sistema magico funzionante per contattare i Grandi Antichi.
Quasi trenta anni dopo la pubblicazione del suo Necronomicon, Simon rivede in maniera importante il testo e pubblica The Gates of the Necronomicon affidandosi alla visione di Derleth e abbandonando quella di Lovecraft. Ecco che i Grandi Antichi sono le forze del male e gli Dei Primigeni quelle del bene. Come detto tutto è trattato molto più approfonditamente e nel dettaglio nel mio saggio sul Necronomicon a cui rimando tutti coloro vogliano saperne di più in merito.

 

Simone Leoni: Di solito, molti artisti, attori e gente legata anche al mondo della musica sembra abbiano fatto, e ne facciano tutt'ora, parte di società più o meno segrete, società che hanno dottrine magico-esoteriche, magia sessuale ecc ecc. Crede che Lovecraft sia stato iniziato a qualche società di questo tipo? E, se magari la sua risposta è si, a quale società segreta ha fatto parte?

 

Claudio Foti: Come ho scritto nel saggio di prossima pubblicazione con Mursia Gli Scrittori maledetti della Golden Dawn  Lovecraft potrebbe aver fatto parte della sezione americana di questa società segreta. Si vocifera anche che facesse parte della massoneria egizia ma, siamo certi solo che il nonno di Lovecraft fu Gran Maestro di una loggia del New England. Se H.P. Lovecraft stesso fosse massone è molto difficile affermarlo con sicurezza, ma non mi sento di escluderlo.

 

Simone Leoni: Il Delomelanicon (altro testo considerato maledetto e scritto da Lucifero stesso) sembra far riferimento o almeno in parte, ai demoni presenti nel necronomicon. Lei hai una copia del Delomelanicon. Crede che sia una parte mancante del necronomicon oppure, è un testo diverso? Magari Lovecraft lo ha studiato per comporre il Necronomicon?

Claudio Foti: Per quel che ne so questo libro chiamato il libro delle Nove Porte sembra fosse stato scritto da Aristide Torchia con l’aiuto di Lucifero in persona. Ma questa nozione nacque dallo scrittore Arturo Pérez-Reverte—spesso sottovalutato, che ne parla nel suo romanzo “Il Club Dumas”, dal quale è stato tratto il film La Nona Porta. Arturo Pérez-Reverte si è ispirato alla leggenda letteraria del Delomelanicon ed oggi la maggior parte delle versioni di questo testo sono fake. Un po’ come il Necronomicon. Certo l’idea delle Nove Porte ricorda l’entità terrificante di Lovecraft Yog Sothoth che viene definita “la porta” e i due racconti “La Chiave d’Argento” e “Attraverso le porte-cancelli della chiave d’Argento” scritti da Lovecraft con lo scrittore esoterista E. Hoffman Price su cui vanno fatti ancora molti approfondimenti.

 

Simone Leoni: ci puó descrivere questi "antichi"? E sopratutto, hanno per caso analogie con qualche altro essere della classica mitologia che noi conosciamo?

Claudio Foti: No. Sicuramente gli Antichi di Lovecraft non hanno analogie con la mitologia classica, probabilmente con nessuna delle mitologie del mondo. Sono più che altro antiche divinità che un tempo governavano la terra. Dal canto mio li vedo più come archetipi alla Jung che divinità in carne ed ossa sul nostro piano di esistenza.

 

Simone Leoni: Nella letteratura di Lovecraft si menzionano esclusivamente mostri e demoni, senza mai parlare di qualche essere o forma salvifica per sconfiggere questi esseri. Cosa ha portato Lovecraft a proiettare questi esseri nei suoi scritti?



Pagina del Necronomicon

Claudio Foti: I Sogni. Lovecraft affermava spesso di non potersi considerare il proprietario di ciò che scriveva in quanto moltissimi dei suoi racconti erano ispirati dai sogni. Anche molti dei suoi mostri sono nati dai suoi sogni. A sei, sette anni sognò i Night-Gaunt—terribili esseri volanti notturni, in seguito sognò altri terribili entità come Nyarlathotep. Molte delle sue entità fluirono nei suoi racconti proprio dai sogni che faceva. Per questo in molti ritengono che H.P. Lovecraft fosse uno di quelli che oggi chiamiamo “contattati”. Nei suoi racconti però ci sono due esseri-divinità benigne nei confronti dell’umanità uno è Nodens (appare in “La casa misteriosa lassù nella nebbia” del 1926)—che sembra assomigliare un po’ al nostro Nettuno e l’altro è S’ngac un gas violetto che salva Randolph Carter proprio da Nyarlathotep (che appare in “La Ricerca onirica della Sconociuta Kadath sempre del 1926 e in un altro paio di racconti).

 

Simone Leoni: io ho una copia del Necronomicon, e se non ricordo male è del  1979 editore Fanucci a Viterbo   . Esistono versioni più genuine? E cerchiamo di sfatare un mito, è davvero scritto su pelle umana?

 

Claudio Foti: Non esistono copie del Necronomicon scritte su pelle umana anche perché nessuno sa cosa ci fosse scritto veramente. Per quel che ne so io il Necronomicon è frutto della fantasia di Lovecraft, come lui stesso ha dichiarato innumerevoli volte. Esistono però molti Necronomicon creati da occultisti nel corso degli anni, questi esistono, non è quello di Lovecraft e non posso escludere che qualcuno di questi sia scritto su pelle umana.

 

Simone Leoni: Wikipedia alla voce Necronomicon, riporta una cronologia nella quale si evince che Papa Gregorio IX fece distruggere le copie sia in greco che in latino. Ci sono altre riferimenti a questo episodio che possano farci capire se, il testo maledetto è molto più antico rispetto all'opera di Lovecraft?

 

Claudio Foti: Nella sua Storia del Necronomicon Lovecraft spiega chiaramente che il testo originario si chiamava Al Azif ed era stato scritto dal poeta arabo pazzo Abdul Alhazred nel settimo secolo dopo Cristo. Chi fosse Abdul in realtà e perché era un poeta, Lovecraft ci tiene a specificarlo, è ben spiegato nel mio saggio Il Necronomicon Mito & Leggenda. Il testo maledetto quindi origina nel 600-700 dopo Cristo e poi viene tradotto varie volte in varie lingue.

 

Simone Leoni: La storia del necronomicon si svolge nello Yemen. Giusto? Ecco anche questa località nasconde dei miti e dei misteri. Ce ne puó raccontare qualcuno?

 

Claudio Foti: Lo Yemen nasconde molti misteri, ad oggi è una terra martoriata. Ci sono voci che nel suo territorio ci sia uno Stargate—per quanto ne so sono voci non confermate ma che alimentano il mito del Necronomicon. Anche la sua capitale Sana’a nasconde molte leggende per non parlare di Socotra. Quanto queste siano collegabili a Lovecraft però è difficile stabilire anche perché tutto ciò che è oggi lo Yemen non ha nulla a che fare con lo Yemen pre-islamico, che era popolato da ebrei yemeniti.

 

Simone Leoni: Se fosse così quindi, possibile che H. P Lovecraft si sia procurata una copia sfuggita alla distruzione e ne abbia usufruito per compilare in suoi romanzi?

 

Claudio Foti: È possibile che Lovecraft avesse una copia di un testo molto antico, sicuramente pre-islamico. Un testo a questo punto molto probabilmente ebraico. È possibile che fosse un testo del famoso Rabbino Nero. Nelle sue lettere abbiamo varie testimonianze in cui scopriamo Lovecraft interessato a recuperare testi antichi, anche di magia, ma in nessuna di queste lettere troviamo qualcosa di simile al Necronomicon. Non è detto però che Lovecraft non possa aver trovato un testo antico e importante nella biblioteca del nonno materno—che viaggiava molto e che lo ha fatto innamorare di Roma—che fu il suo mentore da quando aveva più o meno cinque anni. 

 

 

 



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