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FERRARA - CASTELLO ESTENSE UN CASTELLO COME DIFESA DAL PROPRIO POPOLO E I FANTASMI DEI DUE AMANTI |
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Un castello come difesa dal proprio popolo Il compito fu affidato all’architetto Bartolino da Novara che iniziò i lavori inglobando la Torre dei Leoni, a nord, concludendo l’edificazione in pochissimo tempo, solo due anni. Il castello ha pianta quadrata e quattro torri quadrate angolari. Possiede un fossato ancora oggi ricolmo d’acqua... strano pensare che serviva ad allontanare il proprio popolo! Possedeva ogni tipo di innovativa tecnologia volta alla difesa, ponti levatoi e apparati difensivi moderni per l’epoca, questo fa pensare quanto il duca doveva essere spaventato! Come rocca difensiva era un vero e proprio modello e fu studiato e ammirato da molti architetti, tra i quali lo stesso Michelangelo. Subì fino ad oggi diversi restauri, il più importante avvenne in seguito ad un incendio nel 1554 e a un devastante terremoto nel 1570. Nel 1476, quando il castello fu in mano a Ercole I e alla moglie Eleonora d’Aragona, fu internamente restaurato e impreziosito, lavoro che fu continuato dai successori che ben volentieri ingaggiarono artisti del calibro di Tiziano, Raffaello, Giovanni Bellini. Accadde il 27 ottobre 1597 che l’ultimo erede degli Estensi, Alfonso II, morì senza figli. Avvenne il caos e Ferrara fu fortemente contesa tra il cugino Cesare e il Papa Clemente VIII che riuscì a cacciare Cesare dal castello usando come arma la minaccia della scomunica, oltre che il pericolo che correva il figlio Alfonso ostaggio dello stesso pontefice. Così Cesare con tutta la sua famiglia si trasferì a malincuore a Modena non più di tre mesi dopo e non senza lasciare una piccola vendetta. Oltre a spogliare il castello di averi e ricchezze fece liberare tutti i carcerati che sicuramente avrebbero dato il benvenuto al Papa. Il castello divenne residenza di cardinali e ausiliari vaticani, ma nulla di più, mai conoscerà in futuro lo splendore e l’importanza che conobbe con gli estensi, di cui oggi naturalmente ne conserva il nome e la propria personalità. I fantasmi dei due amanti Purtroppo accadde che, come tutte le storie tra adolescenti, l’odio si trasformò in amore appassionato che naturalmente tennero nascosto, ma apertamente non riuscirono più a dimostrare l'odio di un tempo. Niccolò contento del cambiamento non mancò di lasciarli spesso da soli, dato che ormai si sentiva tranquillo… anzi, in occasione dello scoppio della peste nel 1418, decise di proteggere i due ragazzini facendoli soggiornare in una villa di campagna. Una vera e propria fortuna! Finalmente potevano essere soli e come due piccioncini diedero sfogo alla propria passione. Purtroppo, nonostante si tennero discreti, non sfuggirono agli occhi della servitù e le voci del tradimento giunsero ben presto al diretto interessato che, precipitandosi sul luogo, li sorprese in flagranza di reato. Furioso li fece imprigionare e condannare a morte. Vennero condotti nella cella della Torre dei Leoni per 12 ore, perchè dovevano essere gli ultimi di una lunga lista di omicidi che quel giorno Niccolò non esentò dal commettere. Radunò ed uccise tutte le donne adultere di Ferrara e alla fine delle esecuzioni condusse i due amanti e li decapitò sullo stesso ceppo di legno. I loro fantasmi piangono ancora all'interno di quella cella insieme alle anime delle donne morte per causa loro.
(c) articolo e fotografie luoghimisteriosi.it |
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