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CASTELMEZZANO (PZ) - CHIESA DI SANTA MARIA DELL'OLMO
L'ALBERO DELLA VITA E LA FONTE DELLA GIOVINEZZA

L’albero e la fonte della vita
La chiesa principale si trova nel centro del paese e si chiama Santa Maria dell’Olmo, edificata nel XII secolo nei pressi di un olmo, da cui il nome, e di una sorgente.
Si trovava dunque accanto ad albero e acqua, due elementi di enorme carica simbolica, il primo è l’albero della vita e il secondo la fonte della vita.
Essi sono stati da sempre considerati l’arrivo del percorso iniziatico, perché dispensatori di vita eterna, il coronamento della ricerca del Graal, il compimento della trasformazione dell’anima mortale in anima immortale. Dallo stesso Graal è possibile bere la vita eterna, la stessa da cui è possibile attingere dall’albero e dalla fonte.

L’albero di cui parliamo è l’albero della vita che non è da confondere con l’albero del Bene e del Male, entrambi presenti nell’Eden. Adamo ed Eva furono cacciati per via dell’albero del Bene e del Male ma secondo le profezie, essi (identificati nell’Umanità) ritroveranno il Paradiso non appena sapranno individuare “l’altro albero”, quello della Vita.
Non a caso Castelmezzano tra l’altro si trova proprio all’interno di una catena montuosa, come se fosse racchiuso dentro una grande coppa del Graal, che contiene la chiesa, la fonte e l’albero.
Purtroppo quest’albero è stato infaustamente tagliato da qualche incosciente intorno agli scorsi anni settanta.

La presenza dei Templari
L’ingresso della chiesa è stato spostato, anticamente era rivolto verso oriente, ma oggi rimane solo una parete murata con una croce templare nell’architrave triangolare. Durante una fase di restauro è stata ritrovata una croce patente templare, altra testimonianza della presenza dell’Ordine. Inoltre sopra l’ingresso abbiamo altri interessanti elementi: orsi, leoni, grifoni e soprattutto rose, altro simbolo da non trascurare.

La sfera in mano alla Madonna
All’interno della chiesa vi è la statua lignea in stile bizantino della Madonna con Bambino che come tutte le statue orientaleggianti richiamano più a Dee che a Marie Vergini vere e proprie. Addirittura qui sembra di essere di fronte a Hera, madre degli Dei Greci.
Invece che essere Cristo (come nell’iconologia più diffusa) è la Madonna ad avere in mano una sfera. Il cerchio è stato da sempre considerato simbolo dell’etereo, del cielo, dell’aldilà, del tutto.

La sfera poi è perfezione, non essendo possibile trovarla in natura viene considerata infinita, divina. Anche i popoli antecedenti al Cristianesimo vedevano il cerchio come metafora del divino. Gli omphalos o ombelichi del mondo, erano pietre perfettamente rotonde, così scolpite per unire il mondo materiale (pietra) con il mondo divino (sfera).
Ed ecco che il Cristo ha spesso in mano una sfera, concetto che ci portiamo appresso dall’inizio del mondo. Ma in questo caso è in mano a Maria, a una donna, una Dea, la Dea Madre, amata e venerata dai Templari, perché Colei in grado di donare la vita attraverso il proprio ventre, che non a caso diventa  per nove mesi una sfera perfetta. L’uovo è una sfera e lo è anche l’utero. La vita è divina.

La Madonna della Stella Mattutina
All’interno vi è un elemento che merita di essere analizzato, si tratta di una Pala d’altare con all’interno una piccolissima effige della Madonna della Stella mattutina, circondata da tre cornici, nella prima vi sono scolpite alcune scritte in latino e in greco insieme alla data di realizzazione dell’opera: 1117. Nella seconda cornice vi sono ai lati due donne che sembrano di stirpe egiziana. Sulle colonne vi sono piccoli volti misteriosi. Vi è una statua a sinistra identificata con Pietro l’eremita. I simboli ci sono e non sono pochi… le cornici sono tre, si sa quanto questo numero fosse importante per i Templari che amavano raffigurare stelle a gruppi di tre, inoltre ricorda la figura della triplice cinta, mentre la data identifica la nascita e la diffusione templare.

Le donne egizie richiamano la Maddalena e la figura della Madonna nera legata a Iside e alla Madre Terra.
Si chiama così per via della scritta in latino:
HIC HABTTA BOAM ELEGIE A STLIA MTNA – Salmo 131 (qui abiterò perché l’ho scelto o Stella Mattutina). La stella mattutina è da sempre stata identificata come Venere, perché è la stella più luminosa del cielo, non a caso viene spesso raffigurata dai Templari. Essa era molto amata dall’Ordine proprio perché il pianeta Venere corrispondeva alla Dea (Iside, Venere, Madonna     Dea Madre).

La Sacra Spina
Qui viene venerata la Sacra Spina, una delle spine della corona di Gesù portata dalla Terra Santa dai due cavalieri che parteciparono alle Crociate, e donata dalla ricca famiglia De Lerma, che aveva un particolare legame con l’Ordine dei Templari di Castelmezzano.
Nell’altare della Madonna della Stella era conservata la preziosa reliquia della Sacra Spina. E’ all’interno della navata destra detta del Purgatorio.

L’investitura dei Templari
Nella chiesa di Santa Maria dell’Olmo è stata celebrata nel giugno 2006 un’investitura a cavaliere secondo gli antichi rituali. Un tempo i cavalieri venivano investiti in chiesa, essendo un fatto estremamente sacro in quanto veniva dato il compito di proteggere il Santo Sepolcro di Gerusalemme direttamente da Dio attraverso il sacerdote dinnanzi al cavaliere inginocchiato.

La notte antecedente era estremamente sacra e l’adepto era tenuto a trascorrerla a digiuno e in profonda preghiera, giurando fedeltà a Gesù e donandogli la propria vita alla sua difesa. La presenza della spada in chiesa non è da considerarsi “sacrilegio” perché essa se da un lato è arma di offesa, dall’altro è croce. Rituali di investitura vengono fortunatamente riproposti anche in altre chiese d’Italia, un esempio è la messa dello Spadone ad Aquileia e l’investitura dei cavalieri all’abbazia di Chiaravalle a Milano.

Il miracolo di San Rocco
San Rocco è il protettore di Castelmezzano, fu questo santo che miracolosamente salvò la città nell’Ottocento quando un generale francese ebbe l’ordine di distruggere la zona per eliminare il fenomeno del brigantaggio. Al momento dell’accensione del rogo, il Generale pose gli occhi sull’affresco di San Rocco di Montpellier nella chiesa di Santa Maria e riconobbe la somiglianza con un suo concittadino essendo anche lui nativo della stessa città francese. La fortuna volle che fosse anche molto religioso, così tanto da interrompere immediatamente l’esecuzione, salvando così i poveri abitanti che fecero subito grande festa a San Rocco.

(c) Foto Lorenzo Palazzo
Contenuti in parte tratti da http://www.castelmezzano.net

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