
articolo di Isabella Dalla Vecchia - info@luoghimisteriosi.it
fotografie di Gabriele De Sanctis - gabrieledesanctis1@virgilio.it
I capitoli di questa scheda sono:
• Una chiesa fondata da Re Desiderio
• Il magico Quadrato di Sator... rovesciato
• Il sogno di Re Desiderio
• Gli affreschi dell'Apocalisse
• L'altare pagano
Una chiesa fondata da Re Desiderio

La Chiesa di San Pietro ad Oratorium si trova nei pressi di Capestrano, immersa in un bosco sulla riva sinistra del fiume Tirino, in un luogo particolarmente silenzioso e suggestivo. Sopra l'architrave del portale campeggia una scritta millenaria che narra delle sue origini, essa cita "a rege desiderio fundata anno milleno centeno renovata" (fondata dal re Desiderio, rinnovata nell’anno 1100), sicuramente il re longobardo più famoso del cristianesimo, avendo lasciato tracce in molti altri angoli italiani. Secondo la tradizione il sovrano longobardo avrebbe donato terreno e chiesa all'abate Attalo.
L'anno della fondazione, il 752, è stato ricavato non solo dal periodo di reggenza di Desiderio, ma anche dai documenti della Cronica Vulturnese che attestano il possedimento della chiesa ai monaci benedettini di San Vincenzo al Volturno su concessione del papa Stefano II.
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Atto insolito l'aver voluto ricordare il fondatore ben 4 secoli dopo con una scritta, periodo in cui assunse la forma romanica che possiamo osservare ancora oggi. Durante i secoli la chiesa venne protetta e privilegiata da imperatori e papi del calibro di Carlo Magno e Pipino e dalla famiglia dei Medici di Firenze. L'epigrafe fu posizionata da Papa Pasquale II che riconsacrò la pieve per l'occasione.
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Le fasi architettoniche risultano essere dunque due, la prima longobarda (VIII secolo) di cui sono rimasti i bassorilievi con motivi ad intreccio sopra il portale tipici dell'arte longobarda e la seconda romanica (XII secolo), ben visibile con i suoi risvolti decorativi e strutturali.
Il magico Quadrato di Sator... rovesciato

L'elemento più enigmatico dell'edificio, situato a sinistra del portale, è il "Quadrato di Sator", una scritta palindroma, può infatti essere letta da sinistra a destra e da destra vestro sinistra, dall'alto al basso e dal basso all'alto. Presente anche in altri luoghi antichi, essa cita le parole "rotas opera tenet arepo sator" (leggi il significato del Quadrato di Sator).
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E' stata inserita durante i lavori di rinnovamento del 1100, ma la particolarità è che in questo caso sarebbe stata "rovesciata", perchè un errore tanto grossolano? Forse si è desiderato accentuare il valore palindromo del simbolo o, date anche le sue particolarità esoteriche, si è voluto invertire il potere magico che esso poteva evocare?
Il sogno di Re Desiderio

Compaiono altre iscrizioni, vegetali decorativi, figure geometriche e due figure identificate come San Vincenzo Diacono, il profeta Davide e un re coronato, probabilmente lo stesso Re Desiderio. Il profeta Davide indica un'iscrizione appena sopra che recita "sculptor imago apparuit ito insomnis hec" (tradotta come: “lo scultore decise questa sistemazione in seguito ai suoi sogni, durante i quali ne ebbe l’ispirazione”).
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Un altro enigma irrisolto che ci interroga sulla reale origine dell'edificio, voluto in seguito ad un sogno, episodio che ricorda la fondazione dell'abbazia di Leno. Vuole la leggenda che il re, stanco in seguito ad una battuta di caccia, si fosse addormentato presso il fiume Leno e avesse sognato un serpente che gli si attorcigliava attorno al capo, fatto peraltro che si stava realizzando realmente in quel momento.
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Il valletto infatti evitò di svegliarlo per non rischiare il morso mortale dell'animale. Per fortuna si allontanò da solo e quando il re svegliatosi raccontò il sogno, il servo rimase di stucco essendo esattamente quanto gli era accaduto. Nel sogno il serpente aveva indicato un luogo che era lo stesso in cui l'animale si era rifugiato. Scavando in quel punto ritrovarono tre leoni d'oro.
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Il serpente intorno alla testa era ulteriore metafora del suo futuro divenire Re e nel luogo in cui fece questo strano sogno venne costruita l'abbazia di Leno. Forse qui accadde qualcosa di simile, raccontato a noi dalle parole scolpite nella pietra.
Il portale è decorato da tralci che nascono a sinistra dalle fauci di un drago e a destra da una foglia di acanto.
Gli affreschi dell'Apocalisse

La chiesa presenta tre navate che culminano in tre absidi e i pilastri interni sostengono capitelli con motivi vegetali e zoomorfi (tralci, fogliame, palmette, grappoli, fiori e boccioli, un leone, un uccello, un cane e altre figure). Splendidi gli affreschi del XII secolo nei pressi del ciborio duecentesco dove campeggia un Cristo benedicente in trono che mostra la scritta all'interno del Libro "ego sum primus et ultimus".
Circondato dai simboli dei quattro evangelisti, la composizione è chiusa ai lati dalle due figure di tetramorfo (somma dei simboli evangelici - I quattro esseri viventi hanno ciascuno sei ali, intorno e dentro sono costellati di occhi; giorno e notte non cessano di ripetere:
Santo, santo, santo
il Signore Dio, l'Onnipotente,
Colui che era, che è e che viene!
Ap. 4,8) che con le loro 6 ali svettanti ci accolgono in un ambiente innaturale e profondamente extra umano.
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Nella zona inferiore i ventiquattro vegliardi dell'Apocalisse offrono calici d'oro a Gesù "colmi di profumi, che sono le preghiere dei santi" (E quando l'ebbe preso, i quattro esseri viventi e i ventiquattro vegliardi si prostrarono davanti all'Agnello, avendo ciascuno un'arpa e coppe d'oro colme di profumi, che sono le preghiere dei santi. Cantavano un canto nuovo: «Tu sei degno di prendere il libro
e di aprirne i sigilli,
perché sei stato immolato
e hai riscattato per Dio con il tuo sangue
uomini di ogni tribù, lingua, popolo e nazione e li hai costituiti per il nostro Dio
un regno di sacerdoti
e regneranno sopra la terra».
Ap. 5,8-5,10).
Nella parte inferiore sono visibili alcuni Santi benedettini riconoscibili dalla tonsura e dal Codice della Regola tra le mani. Sono sei, tre per parte, inseriti in nicchie dipinte confinate da arcate colonne e capitelli affrescati. La parte superiore, quasi totalmente perduta, rappresenta Cristo che consegna le chiavi a San Pietro e il rotolo della legge a San Paolo seconto l'antica "traditio legis et clavium".
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La particolarità rara e curiosa dell'intero affresco è di essere monocromatico, realizzato cioè solo con il colore rosso ocra. Perchè una scelta così anomala, vista la classica rappresentazione sempre molto colorata di simili affreschi? Difficile pensare alla mancanza di fondi, fatto in cui mai la chiesa di era imbattuta all'epoca, data anche la costosa ristrutturazione. Scelta dunque dell'artista? Come mai una scelta tanto rivoluzionaria? Forse voleva esprimere un senso cupo e narrativo utilizzando sempre lo stesso colore?
L'altare pagano
Sotto il ciborio è presente un antichissimo altare pagano che presenta ancora i segni delle bruciature dei sacrifici, proveniente da un tempio posto sicuramente nelle vicinanze. Nella muratura esterna infatti, è stato inserito materiale di recupero con epigrafi romane riprese da luoghi di culto e di sepoltura pagani, probabilmente luogo in cui oggi si trova edificata la stessa chiesa.
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Una chiesetta riservata, quasi anonima e non collocata direttemente su viali di passaggio, conserva diversi piccoli enigmi. Un sator capovolto, una rappresentazione dell'Apocalisse priva di colori, un antico sogno di un Re e un altare pagano che ancora conserva le tracce di antichi sacrifici. Tutti particolari che a prima vista potrebbero non attirare l'attenzione, ma che nell'insieme costituiscono un compendio di enigmi che rendono questo luogo, proprio per le sue particolarità, unico nel suo genere.
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INFO UTILI
• Come arrivare:
A24/A25 RM-PE uscita Bussi-Popoli/ proseguire in direzione Popoli/ Bussi/ Capestrano da Napoli: A1 NA-RM uscita Caianello/ seguire indicazioni per Castel di Sangro/ Roccaraso/ Sulmona/ Popoli/ Bussi/ Capestrano
La chiesa si trova ai piedi di Capestrano, lungo la statale che da Bussi sale verso Navelli e poi all’Aquila. Essendo però immersa in un boschetto lungo il fiume Tirino, non si nota dalla strada principale e bisogna seguire le indicazioni tra gli alberi.
Per visitare la chiesa contattare il custode al seguente numero telefonico: 349-5407560
Altre info: www.comunedicapestrano.it
Informazioni: Pro Loco Capestrano, tel. 3493955914; 3476054489; 3356591316. Municipio tel. 0862-95227 |
Fonti/bibliografia
www.inabruzzo.it
www.regione.abruzzo.it
ingiro.perdomani.net
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fotografie di Gabriele De Sanctis - gabrieledesanctis1@virgilio.it

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